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Data: 01/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Morì sui binari, i ladri patteggiano. Gli imputati derubarono la ragazza che li inseguì e finì sotto il treno

ROMA Erano stati presi dopo giorni e giorni di ricerche. Ieri due dei tre scippatori che il 5 dicembre scorso derubarono a Roma la studentessa cinese Zhang Yao alla fermata dell’autobus hanno patteggiato la pena, rispettivamente, di due anni e di un anno e mezzo. Uno di loro è già libero, mentre l’altro è ai domiciliari per effetto dei precedenti penali. L’accusa nei loro confronti è quella di furto con strappo. Uno scippo che ha contribuito a mettere in pericolo la vita della giovane studentessa delle Belle Arti che, subito dopo essersi accorta di essere stata derubata, ha inseguito i due fino alla stazione di Tor Sapienza dove è stata travolta e sbalzata via da un treno in corsa. Il suo corpo venne ritrovato solo alcuni giorni dopo, grazie alla segnalazione di un’amica con cui era al telefono al momento della scomparsa. La sentenza di ieri, emessa dal gup Tamara De Amicis, riguarda Seferovic Sherif e Gianfranco Ramovic, due nomadi di 20 anni residenti nel campo nomadi di via Salviati, una strada immersa nel degrado a pochi passi dall’ufficio immigrazione della Questura, da dove Zhang Yao era appena uscita con il rinnovo del suo permesso, necessario per poter restare in Italia e continuare a sognare un futuro nel mondo della moda. Un terzo scippatore, un 16enne anche lui del campo di via Salviati, era stato denunciato. Tutti e tre si erano dati alla fuga subito dopo lo scippo ed erano fuggiti all’estero. «A fronte di quanto accaduto - ha commentato l’avvocato Gianluca Nicolini, difensore di Sherif, l’imputato in libertà - il ragazzo ha tenuto un comportamento corretto, rientrando in Italia e assumendosi le proprie responsabilità di fronte alla giustizia». La notizia della morte della ragazza commosse la comunità cinese a Roma e l’intera città che organizzò una veglia. Proprio l’altro ieri il papà ha inviato al Campidoglio una lettera per ringraziare ì’intera città. «Ho sentito la gentilezza dei romani» ha scritto.

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