TERAMO «Rispetto per il territorio ed equità nel trattamento». Questo lo slogan che campeggerà sullo striscione che i 1700 teramani e abruzzesi, assieme a rappresentanti istituzionali delle quattro province muniti di gonfaloni e fasce tricolori, porteranno con sé nella manifestazione di Roma di questa mattina. Si protesta appunto per vedere la propria terra, flagellata da più eventi calamitosi che si sono sommati, moltiplicando gli effetti deleteri, ristorata adeguatamente perché si eviti in un'area, come soprattutto quella dell'entroterra, di per sé già depressa, lo spopolamento e l'abbandono delle attività produttive, volano di un equilibrio demografico peraltro già compromesso. Del resto i danni del maltempo, al netto del sisma, solo per il territorio teramano ammontano a 500 milioni di euro: nel conteggio sono compresi anche quelli economici, ma il timore, più che fondato al momento, e che da queste parti arrivi poco o niente. E le recenti frane continuano a sommare sfollati a quelli già registrati per il sisma (più di 4 mila in totale su tutto il territorio provinciale teramano). Da qui la protesta e la manifestazione.
IL RADUNO
I Teramani si ritroveranno alle ore otto nel parcheggio dello stadio di Piano d'Accio e alla fine saranno di più di 30 i pullman che partiranno alla volta di piazza Venezia. Da lì il corteo si snoderà verso piazza Santi Apostoli: successivamente una delegazione di 500 persone si dirigerà a Montecitorio, qui dopo un'ulteriore scrematura una decina di rappresentanti istituzionali teramani ed abruzzesi (da allargare a sindacati e Camere di commercio) avrà contatti con i presidenti di Camera e Senato, con la relatrice della legge di conversione del cosiddetto Decreto sisma e coi capigruppo della Camera, illustrando le proposte teramane, già definite in sede di assemblea dei sindaci in Provincia di Teramo. Una protesta che viene cavalcata anche dei Comuni fuori cratere (principalmente da quelli della Valle Siciliana) e che rischiano il dissesto economico perché in cassa non c'è più un euro. E il decreto prevede davvero poco in tal senso. Comunque sono tante le adesioni alla marcia a partire dalle amministrazioni provinciali di Chieti e Pescara fino a quella dell'Aquila che sarà presente con il suo gonfalone e dal consigliere provinciale Emilio Cipollone in rappresentanza del Presidente D'Alfonso.
ENTI E ASSOCIAZIONI
Degli oltre 30 pullman, 17 sono quelli organizzati dai Comuni; uno istituzionale organizzato dalla Provincia di Teramo con la Camera di commercio; 5 quelli del Comune capoluogo; uno è stato organizzato dall'Associazione costruttori edili; un autobus arriva dalle province di Chieti e Pescara; due autobus dai Sindacati confederali. Decine le organizzazioni che hanno comunque ufficializzato la loro adesione, fra gli altri: Anci Abruzzo, la Camera di Commercio, i Sindacati confederali, l'Associazione delle piccole e medie industrie; Confindustria Teramo, Confesercenti, Cna, Confcommercio, l'Associazione Robin Hood, l'Arci e l'Api. L'Unione delle Province Italiane ha patrocinato la manifestazione. Anche il mondo culturale partecipa alla manifestazione come nel caso dell'attrice teramana Grazia Scuccimarra. Poi tutta una serie di iniziative che saranno sceneggiate lungo il corteo con interferenze musicali, parole, letteratura, immagini e danza. Curioso il remake in versione locale intitolato Teramani's Karma, la cover di Francesco Gabbani, che sintetizza le sfortune di questi mesi. «Faremo sentire la nostra presenza a Roma rende noto il presidente Api, Alfonso Marcozzi - ci mobiliteremo in massa per far pressione sul Parlamento e sul Governo, per ottenere le integrazioni a provvedimenti sinora inconsistenti, troppo deboli per rimettere in sesto una comunità messa in ginocchio dalle calamità naturali e dalle inefficienze della politica».