Fischietti, fisarmoniche, bandiere, gonfaloni, strisce tricolore, megafoni e slogan: i teramani avevano promesso una protesta numerosa e rumorosa a Roma e così è stato. Ieri mattina, intorno alle 8,30, sono partiti ben 35 pullman da Teramo e provincia, con quasi duemila persone, alcune arrivate anche con i mezzi privati. Il lungo corteo guidato dai sindaci del territorio ha fatto tappa prima in piazza Santi Apostoli per poi arrivare davanti a Montecitorio, dove solo una piccola delegazione è potuta passare: il servizio d'ordine, in vista della manifestazione, è stato imponente. I sindaci, con la fascia tricolore, sono stati ricevuti prima alla Camera, nella sala del mappamondo, e poi a Palazzo Chigi. Per una volta il popolo dei Comuni colpiti dal sisma, non solo quelli teramani, e i politici, sono stati insieme per condividere lo stesso obiettivo: far riconoscere l'eccezionalità della doppia emergenza, terremoto e nevicata eccezionale, che ha colpito il territorio e chiedere degli emendamenti al Decreto sisma.
LE CANZONI
La colonna sonora dell'intera giornata è stata la cover, che ha ricevuto già migliaia di visualizzazioni del social, della canzone vincitrice di Sanremo, ovvero Teramani's karma, che è diventata un vero e proprio inno. Questa è la mia terra, non voglio abbandonarla, recita il testo, rivisto e corretto, della canzone. E ancora: Piovono pezzi di città, su strade fragili, per terminare con Quando uno Stato si distrae, cadono gli uomini. In piazza anche un gruppo folk, con tanto di fisarmoniche, ddubbotte e tamburelli, per intonare le canzoni tipiche abruzzesi. Sul pullman numero uno, quello su cui sono saliti molti politici, tra cui il sindaco Maurizio Brucchi, armato di megafono e il Presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, sono volati anche gli sfottò legati alla notizia, recente, delle deleghe affidate dal Presidente della Regione Luciano D'Alfonso al consigliere di Ncd Giorgio D'Ignazio. Il sindaco Brucchi ha anche inscenato una telefonata al consigliere comunale Maurizio Verna proponendogli, in risposta alla tentazione di D'Alfonso, una finta delega ai rapporti con la Provincia.
I COMMERCIANTI
Uno dei gruppi più numerosi è stato quello dei commercianti teramani, che, in occasione della manifestazione, hanno organizzato una serrata a cui hanno aderito in molti. Tutto il mondo produttivo locale, dalla Camera di Commercio, all'Ance, all'Api, alla Cna, ha preso parte alla manifestazione. Le richieste dei commercianti sono state sintetizzate anche su dei cartelli che si sono appesi al collo, con su scritto Stop alle tasse per 24 mesi a Teramo e provincia, ma anche L'Abruzzo non può morire, aiutateci, realizzato dal Gruppo commercianti uniti post sisma di Teramo e provincia, che ha indetto per la giornata di ieri un simbolico lutto cittadino. C'è anche chi, attraverso gli striscioni, ha voluto raccontare la propria storia, come una negoziante che ha l'attività chiusa da 5 mesi a causa del sisma. Dotati di fischietti, i commercianti hanno fatto sentire la loro voce, mentre mentre i costruttori dell'Ance si sono presentati con i caschetti in testa.
GLI STRISCIONI
Tanti anche i comuni cittadini che hanno preso parte all'iniziativa, che hanno realizzato striscioni e slogan. Dal classico I love Teramo a Siamo forti e gentili, ma mò avast, a quelli di denuncia. A Roma c'erano davvero tutti: gli sfollati, che hanno chiesto certezza sulla ricostruzione, i cittadini dei territori devastati dalle frane, come Ponzano e la Valle del Fino, che vivono da isolati mentre i piccoli paesi si spopolano, persone che sono rimaste per oltre 10 giorni senza luce e che chiedono molto di più di un semplice rimborso, i ragazzi di Castelli che hanno intonato Castellanuccia mè. Alla fine della manifestazione il sindaco Maurizio Brucchi con il megafono in mano ha ringraziato tutti per la partecipazione.