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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brioni, impiegata trasferita. Il giudice la riporta a casa. Ronca: «È solo la prima di più vertenze, l’Azienda torni al dialogo coi sindacati»

L'addio alla Brioni del Ceo Gianluca Flore ha fatto scattare il campanello d'allarme tra le sigle sindacali. Immediatamente è stato chiesto al vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli (foto), di convocare un tavolo di lavoro presso il Ministero per lo sviluppo economico (Mise) per capire le intenzioni e le prospettive che il gruppo Kering e i vertici aziendali hanno per Brioni. In particolare la Cgil, attraverso il segretario Domenico Ronca, ha chiesto che i vertici Kering fughino tutti i dubbi su un possibile disimpegno su Brioni e dunque nella nostra regione. Al momento non c’è una data per l'incontro, ma le sigle sindacali hanno chiesto che il vertice ai possa tenere il prima possibile. Al posto di Gianluca Flore, intanto, almeno provvisoriamente, sarà il manager directory Kering, Jean Francois Palus, a supervisionare le attività aziendali in collaborazione con i vertici dirigenziali Brioni e con il supporto dell'esecutivo di Kering. (f.bel.)di Francesco Bellante wPENNE Il giudice del lavoro impone alla Brioni di rintegrare nello stabilimento di Civitella Casanova una lavoratrice che l’azienda sartoriale pennese aveva trasferito a Bergamo. La sentenza è del 28 febbraio scorso, emessa al tribunale di Pescara. «Il giudice del lavoro Federica Colantonio» sottolinea il segretario provinciale della Filctem-Cgil Domenico Ronca, «ha riconosciuto il diritto dell’impiegata a mantenere il suo posto di lavoro nello stabilimento di Civitella Casanova, giudicando illegittimo il trasferimento poiché privo di motivazioni. Questa è la prima sentenza di più cause che la Brioni ha in corso con propri dipendenti per licenziamenti, trasferimenti, chiusure attività (outlet di Penne) disposti unilateralmente, sfuggendo a qualsiasi confronto col sindacato. Pare che la direzione Brioni preferisca le sedi giudiziarie anziché quelle istituzionali per il confronto con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori», sottolinea Ronca, e aggiunge: «Invitiamo l’azienda a cambiare atteggiamento, a recuperare un rapporto corretto con i lavoratori e il territorio, che meritano più rispetto da parte di una direzione aziendale che ci deve ancora dimostrare che ha a cuore le sorti di un marchio che fa parte della storia della zona vestina e che ha procurato enormi profitti alla proprietà. Risponda alla richiesta di incontro avanzata dalle organizzazioni sindacali di categoria e cambi atteggiamento. Noi saremo disponibili a lavorare per il futuro dell’azienda che conosciamo, che sa produrre eccellenza e qualità, ma nel caso che i vertici insistano nell’irragionevole rifiuto di qualsiasi confronto, andremo avanti in tutti i modi e difenderemo con la unghie e con i denti il diritto dei lavoratori ad avere un futuro in questo territorio». La lavoratrice reintegrata – difesa dagli avvocati Angelo Tenaglia e Paola Giannangeli – dipendente della Brioni dal 3 novembre 1997 con mansioni di impiegata, inizialmente aveva un contratto part-time fissato in 20 ore settimanali, dal mese di giugno 2016 ridotte a 16. Dopo una contestazione disciplinare ricevuta nel mese di luglio dello stesso anno, il 15 novembre l’Azienda ha disposto il suo trasferimento dallo stabilimento di Civitella a quello di Curno (Bg), a partire dal 1° dicembre 2016, precisando che nella sede di destinazione avrebbe continuato a svolgere le medesime mansioni in precedenza espletate. Le motivazioni addotte da Brioni non hanno però convinto il giudice del lavoro che ha così accolto la sospensione del trasferimento. Per Brioni, alle prese anche l'uscita del Ceo Gianluca Flore, di certo un caso spinoso in più.

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