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Pescara, 24/07/2024
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Data: 04/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'Atac viaggia nel futuro Il ticket esce post-datato. Tra ironia e sconforto

Se fosse accaduto a Einstein sarebbe sobbalzato per la felicità. L'avrebbe presa molto bene anche Doc, il buffo scienziato di Hill Valley. Entrambi avrebbero avuto la prova che viaggiare nel futuro finalmente si può. Non solo clandestinamente a bordo di una DeLorean accanto a Micheal J. Fox dopo aver rischiato la vita per procurarsi plutonio. E neanche usando immondizia come carburante (impresa dopotutto più semplice nella Roma dove arranca la raccolta dell'Ama). Einstein e Doc sarebbero stati fieri, pensando che a Roma il balzo nel futuro possa avvenire semplicemente grazie alla rete del trasporto pubblico, acquistando un ticket da un euro e cinquanta: «Bit Biglietto Integrato, Atac Spa, Emiss. : 04/03/2017 10.55». Così c'è scritto in un biglietto scoperto il 20 febbraio a bordo di un bus e acquistato in una tabaccheria. Un errore informatico, uno scherzo riuscito male (ma l'uno aprile è lontano), mentre la mente va allo scandalo dei ticket clonati che ha scaturito un'inchiesta della Procura nel 2013. Nell'ottobre del 2016 tra l'altro venne scoperta la truffa-bis dei biglietti taroccati, una nuova tranche di ticket falsi che erano ancora in circolazione.
TRA IRONIA E SCONFORTO
Il premio Nobel, siamo sicuri, avrebbe stretto tra le mani il ticket magico emesso nel futuro. Avrebbe obliterato il biglietto insieme a Doc e il bus si sarebbe popolato di Precog, pronti a registrare il futuro da riferire alla sezione Precrimine diretta da John Anderton (Tom Cruise).
Riavvolgiamo il nastro, abbandoniamo entusiasmi futuristici basati sulla teoria della relatività o su film geniali diretti da Robert Zemeckis (Ritorno al futuro) e Steven Spielberg (Minority Report). Siamo semplicemente a bordo di un bus in Centro. Un'anziana con solerzia e senso civico (sempre più rari, il 30% dei viaggiatori infatti non timbra) prova a obliterare il biglietto. Ma la macchinetta lo rifiuta e allora la donna va dall'autista a chiedere spiegazioni. La storia la racconta Claudio De Francesco, dipendente Atac, segretario regionale Faisa Confail. «Il 20 febbraio ero casualmente a bordo di quel bus, per curiosità ho chiesto alla signora di farmi vedere il biglietto - spiega De Francesco - e con sorpresa ho visto che la data di emissione era del 4 marzo, allora ho fatto una foto e l'ho pubblicata sul mio profilo Facebook. La signora - aggiunge - mi ha detto di aver comprato il biglietto in una tabaccheria, ma non so quale». Einstein e Doc sarebbero stati contenti. L'anziana lo è stata molto meno: alla fine è riuscita comunque a proseguire il viaggio con il biglietto siglato dall'autista con il giorno e l'orario corretti.
I DUBBI
Storia curiosa, che fa sorridere, pensando alla donna nei panni di Michael J. Fox. Ma siamo romani, pendolari, abituati agli strattoni, ai ritardi, agli scioperi, e forse l'ironia non è il miglior antidoto all'ennesimo disservizio. Un errore informatico, chissà, intanto il senatore Andrea Augello e il deputato Vincenzo Piso sono pronti a presentare un esposto in Procura, sospettando che dietro la storia del biglietto emesso nel futuro possa esserci l'ombra di titoli non regolari. Intanto tra linee sospese, ritardi, mezzi guasti, il trasporto pubblico continua a deludere i romani. Non c'è da stupirsi se nel 2015 ad esempio, Atac ha venduto 97 milioni di biglietti, contro i 103 milioni del 2014. Secondo dati approssimativi, a gennaio ci sarebbe stato un calo del 18% nell'acquisto di ticket. Intanto, gli appassionati di fantascienza non si affrettino ad acquistare biglietti per viaggi nel futuro. Al massimo, quello che si può vivere a bordo di un bus dell'Atac è un'odissea vecchio stile. Firmata da Omero.

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