L’AQUILA La Flc-Cgil ha proclamato una giornata di sciopero nazionale di tutti i comparti pubblici e privati (Scuola, Università, Ricerca e Conservatorio) in occasione della “Giornata internazionale della donna” di mercoledì 8 marzo, rispondendo all’appello per una giornata di sciopero globale contro la violenza sulle donne lanciato dal movimento delle donne argentine “Ni una menos” (Non una di meno) e raccolto in 22 paesi nel mondo. La Cgil provinciale, coinvolgendo tutte le categorie del sindacato, ha raccolto l’appello organizzando nello stesso giorno in città un’assemblea aperta all’Auditorium del Parco del Castello dalle 12 alle 14. Si parlerà di parità di salario tra lavoratrici e lavoratori, un diritto ma anche una necessità per consentire alle donne povere o precarie di sottrarsi alla violenza degli uomini. L’incontro, aperto da Federica Benedetti, segretaria della Cgil provinciale, sarà concluso da Tania Scacchetti, segretaria Cgil nazionale. Anche il Comune aderisce all’iniziativa. «8 Marzo: giorno di lotta o di festa? Questo dibattito divide da anni le donne», dicono le assessore Emanuela Di Giovambattista, Emanuela Iorio ed Elisabetta Leone. «Abbiamo sempre pensato che, sebbene la Giornata Internazionale della Donna sia nata dalla coscienza femminile, per rivendicare i propri diritti nel lavoro e nella società, questa potesse essere anche un’occasione in cui le donne si festeggiano per segnalare la loro forza e la loro autonomia. Tuttavia, quest’anno, a cento anni dalla rivolta delle operaie di Pietrogrado, non possiamo non aderire all’appello di “Non una di meno” che afferma “Non abbiamo nulla da festeggiare, abbiamo tutto da cambiare”. È cresciuta infatti in tutto il mondo», proseguono le tre amministratrici, «una mobilitazione, per svelare come la violenza sulle donne sia strutturale all’organizzazione sociale basata sulla loro subalternità. Nel lavoro le donne costituiscono la quota maggiore della disoccupazione, escono più difficilmente degli uomini dalla precarietà, guadagnano meno degli uomini, subiscono veri e propri ricatti sessuali. In famiglia hanno il carico maggiore del lavoro di cura, di cui non viene riconosciuto neanche il valore economico, mentre è sempre più raro che emerga nel dibattito politico una voce femminile autorevole. Partendo da quest’analisi, che condividiamo, abbiamo ritenuto giusto aderire allo “sciopero globale delle donne”. Saremo presenti alle iniziative che ci saranno anche nella nostra città, dall’assemblea cittadina al sit-in alla rotatoria dello stadio delle 16 al corteo che partirà dalla Fontana Luminosa alle 17,30 organizzati da “Fuori Genere”.