L'AQUILA Non si esaltano affatto gli industriali abruzzesi per il recupero della produzione industriale, un timido +0,4% a febbraio rispetto al dato di gennaio. Non si esaltano intanto perché in Abruzzo la situazione resta quella di fine anno, ovvero con timidi segnali positivi che però non consentono ancora di dichiarare finita l'emergenza, e poi perché anche il dato nazionale è comunque lontano rispetto a quello degli altri Paesi dell'Europa, ormai considerati veri e propri competitor. Insomma, qualcosa si è rimesso in moto, ma è ancora troppo poco per abbassare la guardia.
TENDENZA Lo dice, apertamente, il presidente regionale di Confindustria, Agostino Ballone: «Il dato tendenziale è positivo sia sulla produzione che sul fatturato. Ma come diciamo da tempo risulta ancora insufficiente per recuperare quanto abbiamo perso. Il dato nazionale ha una sua importanza, ma nonostante questo va detto che l'aumento è nettamente inferiore agli indici di crescita dei Paesi concorrenti. L'Italia continua a discostarsi e a perdere terreno. Apprezziamo il dato che comincia a fare giustizia degli sforzi delle aziende. Ma siamo distanti dall'agganciare altri Paesi che crescono in maniera maggiore». Anzi, a dirla tutta, se possibile Ballone è leggermente più severo rispetto alle ultime analisi di fine anno: «In Abruzzo c'è un recupero che si colloca nell'ambito del dato nazionale. Ma è ancora lento. C'è necessità di provvedimenti importanti. Oserei dire di un elettroshock, non di palliativi. Le politiche attuali non supportano adeguatamente la crescita. Non vediamo nulla. Anzi, addirittura l'agenda politica degli ultimi giorni sembra tornare indietro rispetto a quel poco che si è fatto negli anni passati».
CRITICITÀ La criticità principale, a detta degli industriali, è «il fortissimo ritardo nell'emanazione dei bandi europei, più volte annunciati e mai diventati realtà. Il risultato è che oggi non ci sono somme spendibili dalle imprese. Con questo scenario è difficile poter prevedere scenari di crescita importanti». Nonostante tutto Confindustria prosegue nella sua opera di restyling: «Il tavolo per le grandi imprese era stato programmato dice Ballone a proposito dei grandi marchi oggi fuori dall'associazione . Avevamo fissato una data poi saltata per maltempo sisma. Ma l'argomento è sul tavolo e lo riandremo a riprogrammare entro il mese corrente. Anche sul discorso di Confindustria unica procedendo. Non è una questione vita di morte, la faremo con i tempi giusti e conciliando tutte le esigenze e le particolarità territoriali. Fusioni così importanti implicano valutazioni e scelte sulla forza lavoro, sulle strutture, sulla ricollocazione delle persone»