La stagione sciistica sul Gran Sasso rischia di finire qui. Ieri il comunicato della scuola sci Assergi che annuncia la chiusura dopo il provvedimento dell'Ustif; ancora: l'ira del presidente del Centro turistico Fulvio Giuliani che oggi andrà a Pescara a colloquio con i vertici dell'Ustif e del sindaco Cialente. Furioso anche il direttore di esercizio Marco Cordeschi che è stato bypassato dall'Ustif e che venerdì ha rimesso una relazione all'ente dopo aver fatto eseguire ulteriori lavori all'impianto. Insomma i tempi dell'Ustif per i controlli sulle Fontari, forse due o tre settimane, non sono compatibili con quelli della stagione sciistica che non è mai decollata. Anche gli abbonati sono sul piede di guerra.
«La situazione non è di rapidissima soluzione- ha spiegato Cordeschi-. La stagione forse è andata e il danno di immagine è mostruoso. Con me L'Ustif non ha minimamente interloquito. Della obsolescenza dell'impianto sanno tutti, ma è altrettanto evidente che se non vi fossero state le condizioni per aprire lo avrei detto io ma anche l'Ustif che ha fatto il collaudo nel dicembre scorso. É chiaro che gli articoli di stampa usciti di recente potrebbero aver destato allarme. Noi abbiamo solo un provvedimento di chiusura in cui si parla genericamente di altri controlli. Senza annunciare quando. Noi li abbiamo fatti fare venerdì e abbiamo rimesso la relazione».
Sulla vicenda è intervenuto con una nota anche il presidente del Ctgs, Fulvio Giuliani, ribadendo che i controlli sono stati fatti su tutte le sedie della seggiovia e non solo su quelle riparate: «Ribadiamo ancora una volta, la scrupolosità degli interventi effettuati- scrive Giuliani- Quindi, se ci sono ragioni a noi oscure, per le quali qualcuno si sta attivando per farci desistere dai nostri progetti sappia che non desisteremo. 50 famiglie di lavoratori e più di 200 persone dell'indotto producono il loro reddito da questo lavoro. Noi andiamo avanti».
«La vicenda della chiusura improvvida e improvvisa delle Fontari- ha commentato Cialente che scriverà al ministro Delrio è l'ennesima prova dello spappolamento del Paese con il venir meno del senso di responsabilità. Non discuto che l'Ustif dovesse e potesse intervenire, forse anche alla luce delle pesantissime dichiarazioni da parte di un professionista che saranno oggetto di valutazioni in altra sede; ma nello stesso tempo è incredibile che l'Ustif non si sia preoccupata di sentire il direttore di esercizio o procedere a controlli. Il governo e il ministro mi devono dire che cosa ha fatto di male l'Abruzzo e l'appennino interno per meritare di essere trattato in questo modo sprezzante e menefreghista, prima dalla Commissione grandi rischi e ora dall'Ustif. Chiedo pertanto che immediatamente il ministro Delrio invii l'Ustif a fare i controlli. Abbiamo avuto una stagione disperante per mancanza di infrastrutture derivati dagli anni di inerzia, 20, impiegati per fare un Piano del Parco. Domani scriverò al ministro dicendo queste cose».