PESCARA I movimenti sono ancora impercettibili. Ma chi sta lavorando alla costruzione del nuovo partito nato dalla scissione del Pd, Democratici e Progressisti (ma il nome finale sarà Articolo 1, secondo la proposta di Massimo D’Alema) assicura che il vero smottamento ci sarà dopo le amministrative e soprattutto dopo il congresso. A Pescara ha preannunciato l'addio al partito e il passaggio al nuovo movimento di Enrico Rossi e Roberto Speranza, l’attuale consigliere comunale del Pd Carlo Gaspari, storico segretario del circolo Pd di Porta Nuova. «Lascerò il partito dopo il congresso», conferma Gaspari, «ho già avuto contatti a livello nazionale con Miguel Gotor per un passaggio al nuovo movimento. Non è più possibile rimanere nel Pd», si sfoga il consigliere, «non ci consentono più di discutere tesi e soluzioni per la città e il Paese». Gaspari è entrato in politica negli anni Settanta aderendo alla Fgci. Poi, una lunga pausa per dedicarsi agli studi, al lavoro e alla famiglia. Dieci anni fa ha deciso di iscriversi ai Ds ed è stato eletto segretario di circolo di Porta Nuova. Incarico che è stato confermato successivamente dopo la nascita del Pd. Al movimento aderisce anche l’ex deputata dell’Ulivo Pina Fasciani. In provincia di Teramo la scissione del Pd per ora ha avuto effetti molto contenuti. Solo l'ex vicesegretario provinciale, nonché ex responsabile del settore economia e lavoro della segreteria regionale, Stefano Alessiani ha ufficializzato il suo addio al Partito democratico per aderire alla nuova formazione politica. Contatti sono in corso con altri dirigenti e amministratori dell'ala sinistra del Pd, soprattutto di centro costieri come Giulianova storicamente più vicini a quest'area più che a quella centrista, ma non si registrano al momento defezioni. Molto, come detto, dipenderà dal prossimo congresso nazionale dei Democratici e anche dagli equilibri all'interno di amministrazioni rette dal centrosinistra. Chi sta molto lavorando per Articolo 1 è l’ex assessore regionale Marco Verticelli (un passato anche da segretario regionale del Pci). In provincia dell’Aquila si fa al momento un solo nome. Quello di Fabio Ranieri, ex segretario provinciale del Partito Democratico l'unico ad aver aderito ufficialmente, all' Aquila, ai Democratici progressisti. Ranieri resterà comunque, con Mdp , all'interno della coalizione di centrosinistra che, in vista delle prossime elezioni, ha preso il nome di coalizione civica-progressista. Appoggerà, quindi, il candidato sindaco che uscirà delle primarie del 2 aprile. Nulla si muove invece in Provincia di Chieti, dove sono tutti ancorati al Pd, con posizioni diverse. Dove ci si dividerà è sul candidato alle primarie. Si sa già per esempio che la deputata di Vasto Maria Amato sosterrà il ministro della Giustizia Andrea Orlando. E da qualche giorno infatti è iniziato il cammino del Partito democratico verso le primarie (la cui data è ancora da stabilirsi). Giovedì scorso a Pescara nella sede regionale di via Lungaterno si è tenuta la prima affollata assemblea che ha dato il via al dibattito congressuale e alla raccolta delle firme per le candidature. Al tavolo c’erano il segretario regionale del partito Marco Rapino, il presidente dell’assemblea Stefania Pezzopane, Camillo D’Alessandro e Andrea Catena. In platea, tra gli altri, l’onorevole Amato, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo. (cr.re.)
Nell’Ncd teramano bocche cucite fino al 18 marzo.
TERAMO Resta molto fluida la situazione all’interno dell’Ncd teramano, in vista dello scioglimento del partito del ministro Angelino Alfano, prevista per il 18 marzo. La virata definitiva verso il Pd, infatti, metterebbe a rischio la permanenza di dirigenti e amministratori provenienti dall’esperienza di An. Tra questi ci sono l’assessore e il consigliere Valeria Misticoni e Pasquale Tiberii, entrambi teramani. Anche il consigliere regionale Giorgio D’Ignazio, che nei giorni scorsi ha annunciato la sua intenzione di restare nell’alveo del centrodestra, nonostante le deleghe ricevute dal governatore Luciano D’Alfonso, potrebbe svincolarsi dal partito di Alfano. Prima del 18 marzo, giorno in cui si dovrebbe chiarire il futuro approdo dopo lo scioglimento di Ncd, non ci saranno prese di posizione ufficiali. (g.d.m.)
Alla camera. Melilla passa con Mdp. E lascia l’Ufficio di presidenza
PESCARA Il passaggio formale sarà ratificato stamattina a Montecitorio. Il deputato abruzzese Gianni Melilla (nella foto) lascia il gruppo di Sinistra italiana per aderire, insieme agli “scissionisti” del Pd, alla nuova componente parlamentare Articolo 1-Movimento democratico e progressista. Una decisione alla quale, spiega lo stesso Melilla, seguiranno anche le dimissioni dall’Ufficio di presidenza della Camera, in seno al quale ha rivestito fino ad oggi l’incarico di segretario. «Con la mia scelta era giusto lasciare, dopo quasi due anni e mezzo, il mio posto in seno all’organismo di vertice di Montecitorio, dove rappresentavo il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà- Sinistra Italiana», conferma al Centro. Rivendicando non solo la «coerenza» della decisione, che consentirà al suo ex gruppo di avvicendarlo con un proprio rappresentante, ma soprattutto il suo impegno sul taglio dei costi della politica. «In questo periodo non ho mai utilizzato l’autovettura di servizio, neanche una volta, e non ho usato neppure un euro per le spese di rappresentanza (5 mila euro l’anno, ndr) - ricorda -. Ho organizzato la mia segreteria istituzionale a Roma con sobrietà, risparmiando in 28 mesi per le spese del personale oltre centomila euro, che sono rimasti nella disponibilità del bilancio della Camera, e dunque dello Stato. I cambiamenti devono iniziare dai comportamenti personali». Infine, conclude Melilla, «3.500 euro della mia indennità parlamentare sono andati al finanziamento delle attività politiche di Sel». Somma cui si sono aggiunti «ulteriori contributi volontari a iniziative e organizzazioni locali».