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Data: 06/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - Pietrucci “il combattivo” scommette sui giovani. L’aspirante candidato: «Sono pronto a mettere faccia e cuore in questa sfida. Il nuovo sindaco? Dovrà aprire le porte alle migliori energie del territorio»

L’AQUILA Quarant’anni, sanguigno, passionale. Si definisce un combattivo, «sempre pronto a dare battaglia a quanti, dall’esterno, provano ad attaccare la mia città». Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, è il più popolare, stando ai sondaggi, tra i tre candidati Pd in lizza per le primarie. «Il mio cuore batte per L’Aquila» e ai giovani guarda con attenzione, «per mettere insieme le migliori eccellenze e potenzialità che il territorio può esprimere». Sarebbe disposto a lasciare l’Emiciclo per palazzo Fibbioni? «Ho dato piena disponibilità a contribuire a quello che considero l’obiettivo principe: il successo della coalizione civico-progressista di centrosinistra. Faccio politica con spirito di servizio, a disposizione della comunità aquilana e del territorio. Dal 2007 al 2014 sono stato capo di gabinetto del sindaco dell’Aquila. Nel 2010 consigliere provinciale e dal 2014 consigliere regionale». Il suo nome figura nella rosa dei tre papabili alla candidatura a sindaco in quota Pd, insieme a Carlo Benedetti e Americo Di Benedetto. Avversari temibili? «Stimo molto entrambi. Hanno dimostrato capacità, qualità, efficienza. In politica bisogna essere sempre disponibili, soprattutto se la si vive con spirito non individualistico. Come è stato per le elezioni provinciali e per quelle regionali, sono pronto a metterci la faccia e il cuore». Il sondaggio del Pd la vede prevalere su tutti gli altri candidati. I primi dati, parziali, della consultazione tra i lettori del Centro confermano questo risultato. Perché? «Credo sia il frutto del mio rapporto viscerale con la città. Sono un passionale, un sanguigno, di origini modeste. Mi sono fatto da solo, passo dopo passo. E questo la gente lo percepisce: sono sempre sul campo, nelle frazioni. Non ho privacy, la mia vita è un libro aperto. All’Aquila i giovani si sentono poco rappresentati e in me, forse, vedono una nuova speranza». Quali caratteristiche dovrà avere il nuovo sindaco? «Dovrà essere un sindaco di cambiamento, non solo generazionale. Un primo cittadino in grado di aprire le porte alle migliori energie che esprime il territorio. Una sorta di stella polare capace di mettere insieme forze e potenzialità inespresse». Parliamo di priorità di mandato. Da dove inizierebbe? «Dalla sicurezza nelle scuole, nell’università e in ospedale. L’altro impegno riguarda il riposizionamento dell’Aquila, che deve riacquistare il ruolo di città capofila della Regione, del territorio, ma anche delle aree interne, in quella macro-area appenninica che comprende Abruzzo, Marche, Lazio, Umbria. Zone accomunate dalle stesse problematiche emergenziali e di sviluppo. Ma tra le priorità inserirei anche la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, che può essere decisivo per ripopolare il centro storico, la cultura, lo sport e le tematiche del lavoro e dell’occupazione».

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