L’AQUILA. A pochi giorni dalla riapertura un brutto colpo per la seggiovia Fontari.
Questa volta ci ha pensato l’Ustif, l’ufficio ministeriale deputato al controllo, a bloccare tutto, insoddisfatto dei lavori di verifica dei giorni scorsi. Soprattutto l’ufficio ritiene inaccettabile che non si sia riusciti a risalire alle cause del problema.
Ma in soli sei giorni sono almeno due le lettere che pongono diversi interrogativi sulla chiusura, sui lavori e sulla riapertura della seggiovia.
La prima è quella datata 1° marzo e firmata dall’ingegner Giorgio Pilotti della ditta Leitner, ditta costruttrice degli impianti, indirizzata al Centro Turistico del Gran Sasso. L’ingegnere prende le distanze dalle rassicurazioni pubbliche da parte dell’amministratore unico Fulvio Giuliani, dopo la riapertura della seggiovia Fontari.
La seggiovia era stata chiusa a sorpresa per la revisione dei dispositivi di aggancio di alcune vetture della seggiovia necessaria dopo aver scoperto il danno ad un componente di una morsa di un veicolo.
Dopo la chiusura e dopo una verifica a vista a tutti i componenti uguali a quello danneggiato sono saltati fuori altri 11 componenti con indicazioni di difetto.
La società Leitner spiega che la verifica non è stata opportunamente certificata sia perché non fa parte del capitolato, sia perché i lavori sono stati svolti solo parzialmente dalla Leitner.
«Da quanto sembrerebbe dai giornali», sottolinea la società, «l'intervento sarebbe stato eseguito esclusivamente dal ditta Leitner cosa invece non vera, visto che l'intervento dei nostri tecnici si è limitato semplicemente all’esecuzione di 12 saldature sempre dello stesso componente sulle 12 morse smontate e rimontate dal vostro personale. Risulta evidente che il nostro intervento», continua la società, «non può essere inquadrato come un intervento di manutenzione opportunamente certificato visto che le figure che hanno contribuito alla risoluzione del problema sono state diverse».
La società smentisce anche il fatto che l'intervento sia stato effettuato in virtù della clausola contrattuale sottoscritta tra le parti dal momento che l'intervento di saldatura delle morse non era elencato nel capitolato.
Il giorno dopo arriva un’altra lettera, direttamente collegata alla prima.
«IMPIANTO DA CHIUDERE»
Mittente? L’Ustif (l’ente ministeriale che si occupa dei controlli) che intima la chiusura della stazione, rilevando una discrepanza tra le dichiarazioni del 24 dicembre 2016 sulle condizioni di sicurezza certificate dal Ctgs in quella data e l'entità dei danni emersi a distanza di soli due mesi con la necessità di porre rimedio con nuovi lavori.
Inoltre, sottolinea l’ente ministeriale, gli interventi effettuati non hanno la certificazione della ditta Leitner e non c'è stata alcuna relazione sui lavori svolti, quindi, per l'Ustif non ci sono le condizioni di sicurezza per mantenere gli impianti aperti.
«Trova difficile spiegazione», si legge nella missiva, «l'esteso è grave fenomeno riscontrato e non accettabile l'intervento di saldatura risposta da questa direzione in assenza di qualunque accertamento preventivo sull'origine delle rotture nella riapertura dell'esercizio dell'impianto in assenza di una chiara ed oggettiva identificazione delle cause del fenomeno. È evidentemente anomalo», continua la nota, «che a fronte dei controlli non distruttivi recentemente effettuati la causa della rottura venga attribuita a fenomeni di fatica, se così potrebbero essere interessati anche gli altri componenti dell'impianto. Pertanto si dispone l'immediata chiusura al pubblico esercizio dell'impianto e l'effettuazione di controlli non distruttivi estesi a tutti i componenti finalizzati ad evidenziare l'assenza di difetti».
FUTURO INCERTO
A questo punto è impossibile dire quando e se la seggiovia potrà riaprire. Il direttore marco Cordeschi ricorda che non essendo possibile prevedere la sostituzione dei pezzi difettosi che risultano, da anni, fuori produzione, si era concordato di eseguirne un intervento di riparazione e di prevedere poi il controllo quotidiano a vista di tutti i componenti in questione.
«Completato il lavoro di riparazione, ho inviato, nei termini di Legge, una relazione scritta agli stessi Enti di Sorveglianza ed ho disposto la riapertura al pubblico dell’impianto. Nei giorni successivi l’esercizio non ha manifestato alcun inconveniente ed i controlli quotidiani hanno dato esito favorevole», assicura Cordeschi che a questo punto rispetta la decisione di chiusura ma non la condivide.
«C’è stata la mancanza di qualsiasi interlocuzione dell’Ufficio con il direttore di esercizio per la richiesta di chiarimenti o per la richiesta di eventuali ulteriori approfondimenti o integrazioni sulla relazione da questi inviata», assicura Cordeschi, «inoltre la mancanza di un riscontro tecnico diretto, in situ, per la eventuale verifica della qualità e della natura del difetto».
Dopo le indicazioni della lettera il direttore ha fatto eseguire da una ditta specializzata, nella giornata del 3 marzo, un controllo magnetoscpico e visivo, sul 100% delle morse della seggiovia, «dal quale non sono risultati difetti».
LIRIS: «CHE COLPO»
«Un altro duro colpo per l'economia del territorio e per le attività ricettive e commerciali del comprensorio», denuncia il consigliere comunale di Forza Italia Guido Liris, entrato in possesso delle due lettere, «l'ennesima brutta pagina amministrativa della Giunta Cialente. Chiusa la stazione, chiusa la Scuola sci, colpito in maniera letale il sogno turistico della stazione più alta dell'Appennino. La colpa non è della Leitner o dell'Ustif: almeno si abbia il coraggio di dire la verità di dire ai cittadini aquilani, e cioè che il Capoluogo di Regione è amministrato da dilettanti allo sbaraglio, che non hanno mai creduto nel Gran Sasso e nel suo sviluppo».