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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/03/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Filovia Pescara, manca il mezzo e per testare opere arriva filovia di Chieti. Per la prima volta un mezzo percorrerà il tragitto Montesilvano-Pescara

PESCARA. Cominciano oggi, martedì 7 marzo 2017, sulla linea filoviaria tra i comuni di Pescara e Montesilvano, le visite di constatazione delle opere eseguite per quanto concerne la filovia.
Si tratta dell’atto formale che servirà a prendere atto da parte di Tua spa di tutte le opere eseguite negli anni sul tragitto della filovia e constatare dunque lo stato dell’arte delle opere infrastrutturali realizzate.
Tua precisa che «tale visita non assume alcun carattere di straordinarietà: è un mero atto da compiersi, anche e soprattutto nell’ottica della risoluzione contrattuale con Alpiq, consentendo, in tal modo, di rientrare in possesso della Strada Parco».
Forse però potrebbe considerarsi straordinario il fatto che per verificare per esempio il funzionamento della rete elettrificata (quella giudicata da molti inutile e costosa -oltre 11 mln di euro) si debba ricorrere ad un mezzo, quello della filovia di Chieti, perchè il mezzo deputato e scelto dieci anni fa non esiste più e al momento nessuno sa dire quale sarà il mezzo che eventualmente percorrerà gli 8 chilometri di tragitto da Montesilvano a Pescara.
Critici come sempre i comitati della Strada Parco contestano queste prove «alla chetichella» dell'impianto di elettrificazione realizzato, «con ostinata insulsa determinazione, su uno dei Viali più belli e frequentati delle città di Pescara e Montesilvano. Contro la volontà dei cittadini, persino contro il buonsenso. Con i conseguenti danni ambientali ed erariali procurati al paesaggio, al patrimonio arboreo a dimora, alle Casse dello Stato» .
Dopo il fallimento annunciato del Phileas -spiegano i comitati- che risale ormai al 25 novembre 2014, anziché provvedere a sospendere cautelativamente i lavori, nelle more della ricerca di un veicolo "alternativo equivalente", in conformità al codice degli appalti pubblici, peraltro indisponibile sul mercato internazionale degli autobus, si e' preferito far completare l'impianto di elettrificazione all'intero tratto di pertinenza del Comune di Montesilvano, benché su un tracciato mai attrezzato allo scopo nella tenuta strutturale del sottofondo, privo di marciapiedi a norma, finanche inaccessibili alle categorie sociali svantaggiate.


«Una scelta incomprensibile», ricorda Ivano Angiolelli del comitato, «assunta in contrasto col capitolato d'appalto e con le numerose prescrizioni del Comitato di Coordinamento Regionale VIA, fin qui tutte disattese, che avrebbe invece dovuto registrare la più opportuna richiesta di risoluzione - a debito dell'appaltatore inadempiente - del contratto di fornitura malamente stipulato il 21 maggio 2007. Risoluzione, per la quale sono stati richiesti autorevoli pareri legali, lautamente parcellati ad alcuni studi professionali della capitale, dei quali nulla è dato di conoscere a distanza di un anno e mezzo vanamente trascorso dall'affidamento degli incarichi, datati ottobre 2015. Quali e quanti politici avranno la dignità di salire a bordo del filobus di Chieti? Chi avrà l'ardire di metterci la faccia? E ancora. A chi giova la patetica esercitazione tecnica di domani? Non certo ai cittadini: umiliati e raggirati, benché si battano da anni contro un progetto fallimentare per il quale hanno fornito un contributo informativo di conoscenze utile a svelare le macroscopiche criticità contrattuali e progettuali, tutte irrisolte, di una commessa pubblica incompiuta. Foriera di danni milionari, disagi e brutte figure sui media nazionali, senza neppure l'ombra di uno straccio di servizio di trasporto, a distanza di un quarto di secolo dalla più promettente ideazione. Nelle misere condizioni date, desta meraviglia che le Autorità di controllo non abbiano nulla da eccepire, avendo assai superficialmente archiviato procedimenti che avrebbero viceversa meritato maggiore attenzione e approfondimento. Ma la filovia s'ha da fare, contro tutto e tutti, persino contro il buonsenso. E' questo il verbo imperante! In nome di un interesse pubblico superiore evocato alla stregua di un alibi di ferro, nei fatti viceversa miseramente violato e calpestato».
I comitati promettono di continuare a vigilare sugli sviluppi «sempre più incresciosi di questa triste vicenda, con la piena consapevolezza di agire legittimamente a tutela di un bene comune che la Pubblica Amministrazione, più sciatta e inconcludente, vuole invece sottrarre alla disponibilità e all'apprezzamento dei cittadini. Non è questa la città della conoscenza e del benessere».

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