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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Uso improprio di fondi comunitari: indagata anche l'abruzzese Daniela Aiuto (M5s). Fondi non rimborsabili per una ricerca copiata. L’eurodeputata: «Sono parte lesa»

ROMA La bufera sui rimborsi del Parlamento europeo utilizzati in maniera impropria e che nei mesi scorsi ha visto coinvolti la candidata francese del Front National, Marine Le Pen e l’Ukip di Nigel Farage, ora tocca alcuni eurodeputati italiani, anche se con profili nettamente diversi. Si tratta di una manciata di casi, tutti senza rilievo penale, messi in luce da la Repubblica. Riguardano parlamentari di varie forze politiche, da Forza Italia ad ex Pd, dalla Lega al M5s. Sorpresa all’interno del gruppo Ppe per la vicenda che coinvolge l’eurodeputata di Fi, Lara Comi. Nella scorsa legislatura, tra il 2009 e il 2010, la parlamentare ha assunto la madre come assistente. Convinta - si difende - che la cosa fosse consentita dal regolamento. Nel mirino delle verifiche anche la pentastellata abruzzese Daniela Aiuto. I servizi parlamentari le contestano ricerche commissionate ad una società di consulenza, plagiate da siti come Wikipedia e quindi non rimborsabili. L'eurodeputata si dice però «parte lesa» ma «pienamente disponibile a collaborare» nella verifica del Parlamento europeo «per tutelare il Movimento 5 Stelle». «I servizi parlamentari» spiega la Aiuto, «hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato ad una società di consulenza. Ho quindi disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate». «Resta inteso» prosegue la Aiuto, «che agirò legalmente nei confronti della società di consulenza per il rimborso delle somme già sostenute e anche per il risarcimento di ogni ulteriore danno». Altri casi quelli dell’ex Pd e oggi Mdp Antonio Panzeri e di Laura Agea (M5s).

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