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Data: 08/03/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Fondi Fira, condanna anche in appello per il progetto fantasma sui trasporti. Alla Regione dovranno essere restituiti 301 mila euro

ABRUZZO. La maxi inchiesta Fira che nel 2006 scoppiò in Abruzzo continua a far ‘danni’.

Qualche giorno fa è stata confermata anche in appello la sentenza contro Vittorio Forte, condannato dalla Corte dei Conti nel 2015 al risarcimento dei danni nei confronti di Fira S.p.a. e della Regione Abruzzo per 301.000 euro.

Ma il progetto che doveva nascere in realtà non ha mai visto la luce. Colpa della Regione, si è giustificato Forte davanti ai giudici del secondo grado, che non ha messo il lavoro on line.

Ma secondo il collegio giudicante la condanna va confermata.

La storia era cominciata nel 2003 quando la società Viga Pubblicità & Marketing S.r.l. di Avezzano aveva richiesto l’11 marzo 2003, tramite l’ amministratore Vittorio Forte, un finanziamento pari a euro 301.000 per la realizzazione di un piano per la gestione dei trasporti su strada, attraverso un sito web chiamato trasportabruzzo.it che fungesse da punto di incontro informatico tra le aziende e gli spedizionieri. La titolarità del progetto sarebbe rimasta alla Regione Abruzzo.

La Fira erogò il 26 febbraio 2003, la somma di 150.500 euro a favore della società. Due anni dopo il 15 marzo 2005 la Viga s.r.l. ha presentato una dichiarazione delle spese sostenute (148.968 euro).


LE FATTURE FALSE
Le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Pescara della Guardia di Finanza hanno verificato che due delle fatture rendicontate (la 9 del 9.3.2005 di 21.600 Iva inclusa) emesse dalla S.a.s. Digital Sistemi di Avezzano e la n. 2 del 10.2.2005 di 31.200 euro Iva inclusa emessa dalla Internet data Link Service S.r.l. di Avezzano facevano riferimento ad operazioni inesistenti.
Il rappresentante legale delle due società, Marcello De Ciantis, ha riferito infatti che entrambe le fatture sono state emesse senza che il lavoro fosse stato eseguito, dietro compenso di 15.000. De Ciantis ha riferito di essere stato contattato da Forte che gli chiedeva di fatturare a l’importo di euro 50.000 poiché ne aveva bisogno per la rendicontazione.
La Guardia di Finanza ha trovato altre fatture emesse per un totale di oltre 200 mila euro. A ciò si aggiunge, il fatto, secondo la Corte, che il progetto non è stato mai realizzato.
La Commissione regionale, quindi, con verbale del 3 novembre 2009 ha dichiarato la Viga decaduta dal beneficio invitandola alla restituzione della somma ricevuta più gli interessi legali.



L’APPELLO E LA DIFESA

Ma Forte si è difeso in appello sostenendo che la mancata utilizzazione del suo progetto è dipesa dalla regione Abruzzo che al momento dell’erogazione del saldo è divenuta titolare dell’opera.

Secondo l’imprenditore le fatture presentate coprivano circa l’ottanta per cento del finanziamento erogato e riguardavano prestazioni «effettivamente erogate». L’unica irregolarità atteneva allo slittamento temporale del pagamento.


«CONDANNA CONFERMATA»

Ma per i giudici dell’appello la sentenza va confermata.

«Non è stato smentito», si legge nel dispositivo, «che la liquidazione del contributo si sia tradotta in un ingiusto vantaggio del privato percettore a causa della violazione di prescrizioni specifiche del bando e della normativa di settore».

Secondo i giudici è certo che le irregolarità riscontrate nella documentazione di spesa riguardano spese correlate a titoli ideologicamente falsi, «sia perché non corrispondenti ad effettive operazioni, sia perché non collegati a costi effettivamente sostenuti».

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