Scandalo dei rimborsi al Parlamento europeo: da un articolo di Repubblica emerge un sistema di truffe che farebbe impallidire chiunque e figuriamoci se poi i peggiori sono proprio gli esponenti dei partiti euroscettici. E dentro il calderone, anche se in forma più blanda, senza rilievi penali e al centro di un’inchiesta ancora in corso è finita anche l’europarlamentare grillina di Vasto Daniela Aiuto per aver chiesto il rimborso, diverse migliaia di euro, per alcune ricerche che le sarebbero dovute servire per svolgere il mandato europeo ma che in realtà sono state copiate da siti come Wikipedia.
Lei è pronta a chiedere i danni alla società che le ha giocato questo brutto scherzo, dice in una nota di ieri:
“I servizi parlamentari hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato ad una società di consulenza, perchè ritenute frutto di plagio e quindi non rimborsabili dal Parlamento europeo. Ho quindi disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate. Resta inteso che agirò legalmente nei confronti della società di consulenza per il rimborso delle somme già sostenute e anche per il risarcimento di ogni ulteriore danno. Pur essendo parte lesa in questa vicenda ho dato la mia piena e totale disponibilità a collaborare con i servizi parlamentari per tutelare il Movimento 5 Stelle”.
E questo per quanto riguarda l’Abruzzo. Ma tra i dossier italiani c’è anche quello di Lara Comi, deputata di Forza Italia che ha assunto la madre come assistente parlamentare e dovrà restituire i 126 mila euro percepiti dalla donna, Luisa Costa, dal 2009 al 2010.
Uno scandalo di proporzioni enormi, se si pensa che lo Ukip di Nigel Farage dovrà restituire circa un milione di euro al Parlamento Ue per i contratti di una serie di assistenti – tra cui la moglie Kirsten – che lavoravano per il partito pur essendo stipendiati da Strasburgo.
Oppure c’è il caso di Jaroslaw Kaczynski, dominus politico del governo polacco guidato da Beata Szydlo che usava Bozena Mieszka-Stefanowska, assistente del deputato Tomasz Poreba e quindi pagata da Strasburgo, come badante della madre scomparsa nel 2013. Uno dei casi che riguardano il partito Diritto e giustizia che dovranno essere rimborsati all’Europarlamento.
ps: e non c’è consolazione che tenga, a guardare che la mala politica c’è anche fuori dall’Abruzzo e dall’Italia. Proprio no.