ABRUZZO. C’è un’inchiesta in corso a Strasburgo raccontata oggi dalla pagine di Repubblica e che ha a che fare con una serie di frodi ai danni delle casse del Parlamento.
Il quotidiano racconta l’abuso sistematico dei soldi europei, organizzato a livello centrale dai grandi partiti, gli stessi che vogliono abbattere l’Unione. Si va dal Front National di Marine Le Pen all’Ukip di Nigel Farage e al partito Diritto e giustizia del polacco Jaroslaw Kaczynski. Avrebbero abusato dei rimborsi Ue, ricostruisce il quotidiano italiano, assumendo collaboratori con i soldi europei, che vengono invece fatti lavorare in patria al partito.
L’inchiesta riguarda anche eurodeputati italiani: M5S, Forza Italia, Lega ed ex Pd. Si tratta, in questo caso, di episodi isolati e non di un sistema messo a punto dai partiti di riferimento.
Sul fronte italiano Repubblica cita il nome di tre eurodeputate: l’esponente di Forza Italia, Lara Comi, che dovrà restituire i 126mila euro percepiti dalla madre, assunta come assistente parlamentare, alle due eurodeputate grilline Daniela Aiuto e Laura Agea.
La prima, deputata originaria di Vasto, avrebbe richiesto un rimborso di diverse migliaia di euro per delle ricerche, «in realtà copiate da Wikipedia», sostiene Repubblica.
La seconda avrebbe assunto un finto assistente ovvero un imprenditore, «sospettato di non avere il tempo di svolgere il lavoro relativo la mandato europeo dalla deputata ma al massimo, nella veste di attivista del Movimento, di seguirla nella politica locale».
Ci sono poi un collaboratore del leghista Mario Borghezio, il viceministro Riccardo Nencini e il deputato eletto con il Pd, ora Mdp, Antonio Panzeri.
All'Ukip di Farage, invece, è richiesto un rimborso di circa un milione di euro, cifra che include il denaro per i contratti di una serie di assistenti che, pur essendo stipendiati da Strasburgo, lavoravano in patria per il partito. Tra loro anche la moglie di Farage, Kirsten. C'è poi il caso del polacco Jaroslaw Kaczynsk, che usava l'assistente di un suo deputato - anch'essa pagata con soldi Ue - come badante per la madre, poi scomparsa nel 2013.
AIUTO SPIEGA: «PAGAMENTI SOSPESI E RIMBORSERO’»
«I servizi parlamentari», ha spiegato Aiuto sulla sua pagina Facebook, «hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato ad una società di consulenza, perchè ritenute frutto di plagio e quindi non rimborsabili dal Parlamento europeo. Ho quindi disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate. Resta inteso che agirò legalmente nei confronti della società di consulenza per il rimborso delle somme già sostenute e anche per il risarcimento di ogni ulteriore danno. Pur essendo parte lesa in questa vicenda ho dato la mia piena e totale disponibilità a collaborare con i servizi parlamentari per tutelare il Movimento 5 Stelle».
6.400 EURO NETTI AL MESE
Gli europarlamentari del M5S percepiscono 6.400 euro al mese netti (e ne donano 1.000 sul fondo per le PMI su cui versano anche i parlamentari nazionali).
C’è poi una indennità di soggiorno di 306,00 euro per presenza che serve anche a coprire la doppia spesa dovuta al soggiorno durante le attività di plenaria a Strasburgo (Hotel Strasburgo + casa Bruxelles).
Ci sono poi delle indennità per spese generali, si tratta di una cifra forfettaria pari a 4.320 euro al ese destinati solo ed esclusivamente alle spese legate all’esercizio del mandato, cioè le spese di funzionamento e manutenzione degli uffici nello Stato membro di elezione, le spese telefoniche e postali, le spese connesse all’acquisto di libri o all’abbonamento a periodici e quotidiani, nonché le spese relative all’acquisto, al noleggio e alla manutenzione.
I parlamentari europei, a differenza di quelli italiani, non metto on line la specifica, mese per mese, di tutto quello che spendono. L’ultima rendicontazione disponibile on line sulla pagina di Daniela Aiuto indica la cifra complessiva donata dal suo gruppo alle Pmi, ovvero 123 mila euro per il periodo da gennaio a giugno 2015, 45.347 spesi per eventi politici, missioni, materiale vario e ‘progetti speciali’. Nel 2014 ne erano stati spesi 30.501 euro.