PESCARA Carlo Toto, Luca Tosto: sono i primi nomi che spuntano tra i possibili candidati partner privati della Saga, la società regionale che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo. Il primo (fondatore di AirOne) è stato citato quando il governatore Luciano D’Alfonso ha ammesso «senza provare alcuna difficoltà», di averlo messo in campo quale «persona esperta e mossa da autorevole e identica ambizione». Il nome del secondo imprenditore lo si è intuito – e non è stato smentito dalle successive verifiche – quando, sempre il presidente della giunta regionale ha raccontato che l’ex numero uno di Confindustria Mauro Angelucci gli aveva riferito che c’era un industriale interessato a sostenere i collegamenti aerei dall’Abruzzo. Due nomi, però, in lista d’attesa, accanto ad altri. Perché per poter privatizzare al 30% la Saga, passo ineluttabile e di cui si parla da tempo, la Regione intende procedere con un avviso pubblico di interesse – «al quale, sottolinea D’Alfonso, «possano partecipare tutti gli operatori economici che non esauriscono la loro attività produttiva in Abruzzo» – e nel frattempo deve soprattutto rendere attraente lo stesso aeroporto. Come? Intanto far passare il messaggio che l’ ente strumentale non è più in continua perdita. Poi, elencando i lavori eseguiti e quelli da realizzare nell’arco di 3/4 anni. Con una iniezione di complessivi 33 milioni di euro di fondi pubblici, 21 dei quali provenienti dal Masterplan per la realizzazione della fermata ferroviaria, del parcheggio coperto multimodale (bus-auto-treno) e per allungare la pista di atterraggio e decollo (dagli attuali 2.400 metri, come l’aeroporto di Milano Linate, a 2.700 metri) e consentire così l’arrivo di aerei più grandi. Così, davanti ad una folta platea di autorità pubbliche e rappresentanti della sicurezza interessati agli investimenti (12,2 milioni) destinati agli spazi dei reparti volo di polizia, Finanza e carabinieri della ex forestale, nella sala convegni dello scalo, D’Alfonso, il presidente Saga Nicola Mattoscio e l’illustre ospite, il direttore generale dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile) Alessio Quaranta, hanno annunciato che per la prima volta la società aeroportuale ha un utile d’esercizio di 200mila euro e che è stato sfondato il muro dei 600mila passeggeri annui. Insieme hanno quindi tagliato il nastro virtuale del primo lotto dei lavori. Comprendente il rifacimento della pavimentazione della pista di volo, con gli impianti elettrici e idraulici, per 4,4 milioni di euro di fondi europei. Il secondo lotto – di altri 4 milioni – a cui è stato dato il via riguarda la riqualificazione dell'aerostazione (riammodernamento del piano terra con nuove finiture e impianti), lo spostamento dell'area dei controlli di sicurezza, l’aumento da 3 a 5 dei varchi e dei gates, e la correzione di quello che Mattoscio ha definito «un difetto di progettazione». E cioé la creazione di spazi commerciali, inclusa un'area bar, nella zone partenze e arrivi nazionali. Con nuovi nastri bagagli e l'installazione di un impianto fotovoltaico. Cambierà il sistema automatico (e a pagamento) d’ingresso. Un salto di qualità secondo il dg Enac che ha parlato di «opere utili, funzionali e anche belle»: «Non so se in Italia siano tanti o pochi gli aeroporti; se si fa il confronto con la Francia il rapporto è simile. A mio parere bisognerebbe specializzare ogni singola infrastruttura per la sua vocazione». E quale sarebbe quella dello scalo abruzzese? Mattoscio è apparso sicuro: arrivare a 850mila passeggeri annui in modo da poter produrre economia per 1,3 milioni di euro, il 3,5% del Pil regionale. «Grazie anche», ha precisato, «ai consistenti interventi effettuati dalla Regione che ci hanno consentito di ripianare deficit precedenti».