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Pescara, 24/07/2024
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Data: 09/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Non una di meno: in centinaia al corteo fischietti e mimose in corso Umberto

Un bel colpo d’occhio. Un serpentone di alcune centinaia di persone, donne in stragrande maggioranza, cromaticamente dominato dal nero e fucsia del movimento Non una di meno e dal giallo delle mimose. È stata la risposta di Pescara alla chiamata alla mobilitazione per celebrare l’otto marzo con uno sciopero globale delle donne contro la guerra che subiscono ogni giorno, contro la violenza di genere in tutte le sue forme, fisica, psicologica, culturale, economica. Il corteo, formatosi nel primo pomeriggio nella piazza della vecchia stazione, ha attraversato corso Umberto fino al lungomare, per terminare in piazza Sacro cuore. Le donne si sono fatte sentire con fischietti e tegami usati come tamburi. Significativa la partecipazione di Jonathan Sterlecchini, il fratello di Jennifer, la ragazza uccisa a Pescara il due dicembre scorso dal suo ex compagno, attivissimo nell’impegno per onorare la memoria della sorella e delle altre donne morte permanomaschile. Anche a Pescara, dopo la manifestazione del 26 novembre a Roma, si è costituita la rete Non una di meno, per iniziativa del Centro antiviolenza Ananke e dell’Udi, che hanno promosso la manifestazione di ieri insieme a singole donne, associazioni femminili e femministe, collettivi studenteschi e organizzazioni sindacali. Altra tappa importante dell’8 marzo 2017 è stata l’inaugurazione della mostra Rita Levi-Montalcini: immagini private, avvenuta ieri mattina a Spoltore. Il sindaco Luciano Di Lorito ha tagliato il nastro affiancato da Piera, nipote della scienziata Premio Nobel nel 1986. L’esposizione resterà fino a domenica nell’aula magna della scuola media Dante Alighieri. «Grazie di avermi accolto a Spoltore - ha detto Piera Levi-Montalcini - un luogo che come tutte le città italiane ha magnificenze incredibili da mostrare: il panoramaoggi da un lato mostra le montagne innevate, e dall’altro il mare ». Piera, ingegnere elettronico, salutando gli studenti della scuola Alighieri, in maggioranza ragazze, ha ricordato la sua esperienza al Politecnico di Torino: «Quando mi sono iscritta eravamo otto donne su qualche migliaio di studenti. Oggi voglio dire che anche noi donne dobbiamo mettercela tutta, troppe volte ci blocchiamo per paura di non riuscire a superare l’ostacolo. Da zia Rita ho imparato a non farmi scoraggiare dalle inevitabili difficoltà e a non aver mai paura di chiedere aiuto, cosa che spesso l’orgoglio femminile impedisce di fare. Se il bambino piange lo consideriamo un compito nostro: mia figlia vive in Norvegia e lì invece c’è assoluta parità nella suddivisione dei compiti tra i due genitori».

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