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Data: 10/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Errore nel cantiere, viene giù il ponte. Tragedia sulla A14

ANCONA L'autostrada dell'assurdo non corre lunga e diritta, ma arriva di traverso, all'improvviso, come un gigantesco colpo di spada, uccide due persone, ne ferisce leggermente altre tre e lascia un dubbio: cosa ha ceduto? Stesa come una stecca delle costruzioni Lego, ma di centinaia di tonnellate, a crollare sulla A14 tra Ancona e Loreto, lungo la strada verso il Sud, è un intero cavalcavia. Il chilometro è il numero 235, vicino c'è Camerano, il segnale orario indica le 13, il sole è alto, la strada non è affollata, ma è solo un caso.
Chi ha fatto in tempo ricorda una frenata improvvisa per non tamponare altre macchine, chi si è salvato per miracolo ricorda una Nissan Qashqai bianca incastrata sotto quel colosso di cemento e ferro venuto giù intatto. Dentro l'auto, Emidio Diomede, 60 anni e Antonella Viviani, di 54, marito e moglie residenti a Spinetoli (Ascoli Piceno), titolari di una piccola azienda di abbigliamento, gli unici a non essere riusciti a fermare la corsa verso la trave d'acciaio, anima impenetrabile del ponte. Il bilancio vuole anche tre feriti, tutti romeni, dipendenti dell'impresa Delabech, caduti da un'altezza di sei-sette metri. Uno ha riportato la frattura di un polso, gli altri due semplici contusioni. Fortuna nella tragedia.
IL CEDIMENTO
Il dubbio è sciolto quasi subito, la soluzione è spiegata da Autostrade per l'Italia: «È un tragico incidente non prevedibile, determinato dal cedimento di pile provvisorie su lavori di innalzamento del cavalcavia, necessari per ripristinare l'altezza dell'opera rispetto al nuovo livello del piano autostradale, dopo l'allargamento dell'autostrada a tre corsie. Non si tratta dunque del cedimento strutturale».
Il ponte era chiuso dal 28 febbraio e il termine dei lavori era previsto per il 15 maggio. E la spiegazione più semplice fa così: il ponte era stato piazzato sopra a dei martinetti, una sorta di grosso appoggio provvisorio, mentre gli operai stavano lavorando sui piloni originari per alzare tutta la struttura, ma qualcosa è andato storto. E la polemica spunta puntuale facendo intuire che poteva essere una strage.
Spiega il sindaco di Castelfidardo, nel cui territorio è avvenuto l'incidente, Roberto Ascani: «È inconcepibile eseguire lavori di questa natura senza chiudere l'A14. Occorrono misure di sicurezza più severe quando si maneggiano queste strutture così importanti».
L'INCHIESTA
Senza lasciare nulla al caso, l'emergenza viaria è scattata subito dopo il crollo. L'A14 è stata chiusa e le auto che si trovavano nelle carreggiate sono state fatte defluire dalle uscite. Vista dall'alto dell'elicottero della polizia, la scena è quella di un serpente tagliato a metà. Un'arteria stradale tranciata come un cavo che ora alimenta gli interrogativi di un'inchiesta. La Delabech aveva già eseguito lavori dello stesso tipo per quella terza corsia da realizzare. E tutto è sempre andato per il verso giusto. Come sempre, sarà un'inchiesta a scrivere l'ultima parola.
Con il pm di Ancona Irene Bilotta, impegnata a dare una spiegazione e una responsabilità al crollo del ponte sull'A14. Il magistrato, in serata, ha autorizzato la demolizione del troncone caduto, per consentire la riapertura dell'autostrada dopo la messa in sicurezza dell'area, che resta comunque sotto sequestro.
Il pm, forse già oggi, affiderà il compito di fare tutti gli accertamenti tecnici a un ingegnere docente universitario. Secondo quanto fin qui ricostruito dagli inquirenti, che cercano di capire se vi sia stata una manovra errata o in quali altre circostanze sia avvenuto il crollo, sembra che ai lati del cavalcavia vi fossero gli operai di due ditte che stavano lavorando.
La procura ipotizza, tra le altre cose, che quando il ponte è stato sollevato abbia perso stabilità e si sia inclinato per poi schiantarsi sulla strada, o che abbiano ceduto gli elementi con cui veniva rialzata la struttura. Il ministro Delrio ha firmato il decreto di nomina di una commissione ispettiva. Ma soprattutto c'è da capire come mai quell'autostrada fosse ancora aperta, quasi a sfidare la sorte cambiata all'improvviso il primo giorno di primavera

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