PESCARA Il miglioramento delle temperature e il vento forte dei giorni scorsi hanno contribuito ad abbassare la concentrazione di polveri sottili e particolato nell'aria. Tuttavia, nelle strade centrali, in corrispondenza degli incroci e persino accanto a una scuola, l'inquinamento acustico ha raggiunto livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge. I dati raccolti domenica e lunedì dalle centraline mobili del Treno verde di Legambiente mostrano come in città manchi una seria politica di promozione della mobilità sostenibile e un piano di contenimento del traffico privato. Come hanno rilevato gli esperti, intervenuti ieri nella tappa pescarese della campagna nazionale promossa dall'associazione ambientalista e da Ferrovie dello Stato italiane, con la partecipazione del ministero dell'Ambiente, il rumore eccessivo anche se può sembrare un problema marginale ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e, secondo l'Organizzazione mondiale della sanita, sta diventando una minaccia per la salute pubblica. In quattro dei cinque punti, in cui i tecnici di Legambiente hanno effettuato una rilevazione di un'ora dei livelli di polveri sottili e rumore, è stato riscontrato il superamento dei valori previsti dal piano di zonizzazione acustica. In aree definite «di intensa attività umana» come viale Bovio (all'altezza di via Donatello), via Nazionale Adriatica (angolo via Settimo Torinese) e via Firenze (angolo con via Venezia), a fronte di un limite di 65 decibel, sono emersi livelli di rumore ambientale pari, rispettivamente, a 69,9, 67,5 e 66,7. Superiore ai limiti anche il punto più sensibile di via Fonte Romana, all'angolo di via Paolini, nei pressi dell'ospedale, in cui è stata evidenziata un'impennata di 69,5 decibel a fronte di un margine di 55. L'unico punto in regola è l'area industriale, con una media di 67,8 contro un limite di 70 db. Complice il miglioramento climatico, invece, risulta contenuto l'inquinamento dell'aria. Dai dati ufficiali dell'Arta risulta che in via Sacco sono già 9 i giorni di superamento dei limiti di polveri sottili e particolato nel 2017 (rispetto ai 35 annui consentiti), 5 giorni in via Firenze e 4 nell'area del Teatro d'Annunzio. Domenica e lunedì, i valori sono rimasti ovunque al di sotto dei 10 microgrammi per metro cubo. L'unico picco è stato osservato domenica, di ritorno dalla passeggiata pomeridiana, nella zona intorno alla rotonda di via Nazionale Adriatica. A dimostrazione di come, in mancanza di mezzi pubblici e piste ciclabili, l'unico mezzo per spostarsi resta l'automobile. «Non possiamo continuare a condannare i cittadini a vivere in città rumorose e inquinate: siamo usciti dai mesi dell'emergenza smog e questo è il momento per pianificare gli interventi e le misure per evitare di rientrarci al prossimo inverno», ha detto Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, durante l'incontro di ieri mattina al quale hanno partecipato anche Giuseppe Di Marco (presidente Legambiente Abruzzo), Marco Trotta (direttore regionale Abruzzo di Trenitalia), Mario Mazzocca (sottosegretario della giunta regionale con delega all'Ambiente), la consigliera comunale Tiziana Di Giampietro e Manuela Cardarelli, portavoce del Treno Verde. «In Abruzzo», ha aggiunto Di Marco, «il lavoro da fare è ancora tanto. A partire dal disincentivare il trasporto privato su gomma, visto che il tasso di motorizzazione è tra i più alti d'Italia con 64 auto ogni cento abitanti. Di fronte allo smog e all'inquinamento acustico non servono interventi sporadici, ma misure radicali e talvolta impopolari. Pescara deve dotarsi al più presto di un piano della mobilità».