Decisione irremovibile: così il ministro degli Interni Marco Minniti ha risposto ieri al pressing della senatrice Paola Pelino per salvare, o almeno derogare alla chiusura, del presidio della Polfer a Sulmona. «Un esito che mi amareggia molto - scrive la Pelino -. Mi sarei aspettata una iniziativa più forte anche da parte della Regione e dell'unico esponente abruzzese del governo nazionale (il sottosegretario Federica Chiavaroli, ndr), che si sono invece limitati solo a timidi interessamenti a mezzo stampa». Alle parole del ministro dovrà ora seguire il decreto: «Fin quando non c'è il documento firmato - sostiene Santino Li Calzi, del sindacato Coisp - noi continueremo a sperare e a lottare. Sabato prossimo torneremo in piazza per la raccolta firme». Ma i margini di un ripensamento sembrano a questo punto essere molto lontani, per buona pace di chi, finora, ha sostenuto che la chiusura di Sulmona poteva essere evitata. A preoccupare non è tanto il deficit occupazionale (solo due addetti, che potranno comunque decidere di rimanere a Sulmona con un trasferimento alla Stradale), quanto quello della sicurezza (nei giorni scorsi si è verificato l'ennesimo danneggiamento ad alcuni treni, tra cui quello storico della Transiberiana) e, soprattutto, la chiusura della Polfer si configura come la marginalizzazione di uno snodo ferroviario storicamente importante.