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Data: 15/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ticket per le famiglie e nodo micro imprese

ROMA Obiettivo: ridurre «drasticamente» l'utilizzo dei voucher. Ridurre, non eliminare del tutto. È questa la strada sulla quale si stanno muovendo, affiancati, Parlamento e Governo per una modifica delle norme sui buoni lavoro, sperando che alla fine la Cassazione consideri la riforma sufficiente a disinnescare il referendum.
Ieri la commissione Lavoro della Camera ha adottato il testo base di un disegno di legge che di fatto accorpa 11 proposte. Ipotizza un doppio canale: quello delle famiglie che potranno continuare ad utilizzare i voucher all'attuale costo di 10 euro l'ora (7,5 vanno al lavoratore, il resto sono per i contributi previdenziali e assicurativi) per i lavori domestici occasionali; il canale per le aziende piccolissime, senza dipendenti che, oltre ad una serie di vincoli sulla platea dei voucheristi, dovranno sostenere un costo di 15 euro l'ora.
GLI INTERVENTI
Proprio il fattore aziende, per quanto micro, resta il nodo principale da sciogliere. La Cgil, promotrice del referendum, è contraria. E lo sono anche i vari schieramenti a sinistra del Pd, compresi gli scissionisti di Mdp. Sull'altro versante - quello di una maggiore estensione fino alle aziende con 1 dipendete - ci sono i centristi della maggioranza. «È un testo aperto» ribadisce il presidente della commissione, Cesare Damiano. Oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Si punta a chiudere in commissione entro domani e imboccare, poi, la via più veloce possibile per l'approvazione. Cosa che si può ottenere solo con un preventivo consenso quanto più largo possibile. O con un decreto. Ipotesi quest'ultima per niente esclusa. Anzi. In ogni caso, l'eventuale decreto ricalcherebbe il testo parlamentare. Questo il senso delle parole del ministro del Welfare, Giuliano Poletti: «Il governo dialoga con la commissione» ha detto, ricordando che una volta che quest'ultima concluderà «la propria prima parte di attività, il governo prenderà a riferimento quella posizione e poi deciderà». Certamente il fattore tempo è determinante: il referendum è stato fissato il 28 maggio, tra meno di due mesi e mezzo. Per evitarlo la legge dovrà essere approvata prima di quella data, considerando che l'ultima parola spetta alla Cassazione che quindi dovrà avere un tempo congruo per decidere.
La relatrice del testo in commissione lavoro alla Camera, Patrizia Maestri, sottolinea: «Resta ferma la volontà di fare una buona legge, che ponga un freno agli abusi che ci sono stati in questi anni, ma che risponda anche alle esigenze del mondo del lavoro». Di qui la soluzione del doppio canale: famiglie e imprese senza dipendenti. Un'ipotesi che il governo condivide. Preferendola a quella dell'esclusione totale del mondo imprese e professionisti. Osserva Poletti: «Se i voucher verranno limitati alle sole famiglie rimarrebbe il 3% rispetto allutilizzo attuale», se invece verranno comprese anche le imprese senza dipendenti si arriverebbe «al 17-18% rispetto ad oggi», sarebbe comunque «una drastica riduzione».
I VINCOLI E GLI SPIRAGLI
Nel testo messo a punto dalla commissione Lavoro, oltre a un costo orario più alto rispetto alle famiglie, le imprese e i professionisti hanno anche vincoli sui lavoratori da impiegare con i voucher: potranno pescare solo tra studenti under 25, pensionati, disoccupati, disabili, soggetti in comunità di recupero e extracomunitari disoccupati da oltre 6 mesi. Ma proprio l'inserimento dei disabili ha scatenato altre critiche. Così come la possibilità che - seppur per eventi eccezionali - i voucher possano essere utilizzati ancora dalla pubblica amministrazione.
Di fronte a tutto ciò la posizione della Cgil resta di chiusura quasi totale. Dice Susanna Camusso: la proposta all'esame della Camera «non svuota» il quesito, e i voucher continuano ad essere «uno strumento di precarietà nella P.a. e nelle imprese». Lo spiraglio è minimo: «Vedremo la proposta finale».

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