Non è stata esattamente una passeggiata. La visita della squadra mobile negli uffici della Regione in viale Bovio, lunedì mattina, si è conclusa con una perquisizione formale e con la notifica di un settimo avviso di garanzia per il filone pescarese dell'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila sugli appalti gestiti dalla giunta regionale. Il nuovo indagato è Fabio Ferrante, ex assessore comunale a Lettomanoppello e componente dello staff del presidente Luciano D'Alfonso, principale protagonista dell'inchiesta aquilana. L'ipotesi di reato contestata a Ferrante dal Pm Antonietta Picardi è concorso nella turbata libertà della scelta del contraente per la vicenda del Parco didattico del Lavino, uno dei progetti inseriti nel Masterplan. Il suo ruolo è quello di componente del team ristretto incaricato dal presidente D'Alfonso di vagliare in fase attuativa i singoli progetti del Masterplan Abruzzo, un maxi contenitore di 77 opere pubbliche finanziate dal governo centrale con un miliardo e mezzo.
Oltre a prelevare nuovi atti, gli investigatori della squadra mobile hanno perquisito ufficio e postazione di lavoro di Ferrante, imponendo alla struttura tecnica di congelare tutti i dispositivi informatici in uso al componente dello staff del governatore, per procedere all'estrazione dei dati utili ale indagini.
Con questo passaggio, specialmente nel filone pescarese l'inchiesta si concentra sempre più sul cerchio dei collaboratori più stretti dei governatore Luciano D'Alfonso. Due le partite amministrative finite sotto la lente: i 3,5 milioni destinati alla realizzazione del Parco didattico del Lavino, primo progetto in rampa di lancio tra quelli finanziati dal Masterplan, e i 2,2 milioni stanziati dalla giunta regionale per la manutenzione straordinaria delle case popolari di via Caduti per servizio e via Salara vecchia a Pescara. Figura centrale, che con gli originari cinque indagati condivide anche l'ipotesi di falso, è l'architetto Gianluca Marcantonio, titolare dello studio Archidea di Montesilvano che controlla un discreto portafoglio di progettazione di opere pubbliche, ma soprattuto da agosto dello scorso anno componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. «Il Marcantonio - si legge nel capo di imputazione stilato dalla procura aquilana - ha operato al fine di assicurarsi affidamenti di incarichi progettuali oggetto del Masterplan». Ipotesi investigativa di partenza alla quale si somma adesso quella di aver trovato una possibile sponda in Fabio Ferrante. Un punto di contatto tra i due emerge dalle carte del vecchio processo Housework, nel quale entrambi hanno svolto il ruolo di testimoni a favore di Luciano D'Alfonso, assolto alla fine da tutte le accuse per gli appalti del Comune di Pescara. Nato a Lettomanoppello 38 anni fa, Ferrante ha ricoperto incarichi direttivi nel Movimento giovanile della Margherita, è stato assessore del suo Comune ed ha già lavorato con Luciano D'Alfonso al Comune di Pescara.