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Data: 16/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pietrucci: «Io e Lolli i migliori Se si fosse candidato lui avrei fatto un passo indietro». Di Benedetto: «Chi ha ruoli è giusto che si misuri in maniera democratica»

Pietrucci: «Io e Lolli i migliori Se si fosse candidato lui avrei fatto un passo indietro»

Da quanto tempo sta lavorando alla sua candidatura?
«No da molto. E' stato chiesto venerdì dalla mia comunità di candidarmi. E' vero che si faceva il mio nome già da un po' perché mi ero messo a disposizione, ma solo la scorsa settimana c'è stata una richiesta unanime, da parte di Giovanni Lolli, dagli assessori uscenti, dai giovani del partito».
Se si fosse candidato Lolli avrebbe fatto un passo indietro? «Certo che sì. Io non mi sono autocandidato. Io e Giovanni abbiamo fatto un ragionamento. Parliamoci chiaramente, il sondaggio è stato fatto ed è uscito che i migliori eravamo io e Lolli in termini di consenso, conoscenza e popolarità sul territorio. Abbiamo fatto una scelta: sarà un grande sacrificio, ma anche un grande onore».
Rispetto all'amministrazione uscente occorre discontinuità oppure no?
«Assolutamente no, ci vuole continuità. Unico rimprovero che faccio all'amministrazione Cialente è di non aver saputo comunicare tutto ciò che ha fatto. Se ci sono stati errori è un fatto fisiologico, soltanto chi non fa, non sbaglia. Occorre continuità e l'apertura di una nuova fase decennale. La mia città ha bisogno di straordinarietà, ha bisogno di essere stupita. E serve la pacificazione. Io sono probabilmente la persona che riesce a condurre questo processo».
Condivide tutte le priorità del manifesto elettorale? (4% e lavoro, Prg ricostruzione in 5 anni, Ricostruzione pubblica) «Il lavoro per me è al primo posto insieme al tema del sociale. E' prioritaria tuttavia la sicurezza degli edifici pubblici sui quali bisogna fare un'azione di marketing. Se ricostruiamo le nuove scuole insieme alle case sicure il nostro territorio diventerà attraente. In questo modo non solo si eviterà lo spopolamento, ma potremo puntare su un minimo di esplosione demografica. Sulla ricostruzione è stato fatto un grande lavoro, è necessario rispettare solo il cronoprogramma e fare aggiustamenti se necessario. E necessario però accelerare sulla ricostruzione pubblica e valorizzare il patrimonio pubblico attraverso il tavolo già insediato all'Aquila delle Pubbliche amministrazioni. Dimostrerò che all'Aquila c'è una eccedenza di patrimonio pubblico che noi possiamo mettere a disposizione di tutte le altre città d'Abruzzo, ma anche dell'intero Paese. Ciò porterebbe ad un grande risparmio di fitti passivi. Soprattutto a Pescara, la Regione e gli altri enti pagano moltissimo di affitti. Noi ci mettiamo a disposizione».
E il Gran Sasso?
«Ci sono tutte le condizioni di sviluppo attraverso un percorso di concertazione, no alla modalità dell'uno contro l'altro. Lo sviluppo del Gran Sasso significa nuovi posti di lavoro per il territorio. Oltre alla importante questione del collegamento è necessario valorizzare il Gran Sasso per 365 giorni l'anno quale capitale degli sport outdoor».
Che tipo di squadra immagina?
«Che contenga la giusta esperienza e persone nuove».
Ne fa una questione generazionale?
«No, sono cresciuto in un partito dove c'erano i partigiani. La mia regola è guardare il passato per costruire il presente».
In squadra ci sarà anche qualcuno dell'amministrazione uscente?
«Assolutamente si, altrimenti saremmo costretti a ricominciare daccapo. Cambiare radicalmente significherebbe perdere un anno di lavoro».
Un giudizio sull'amministrazione uscente?
«Buono. Ha fatto un grande lavoro».
Chi sono i suoi grandi elettori?
«La gente, la mia città con la quale ho un rapporto importante. Il sogno di una città nuova che voglio per i miei due figli».

Di Benedetto: «Chi ha ruoli è giusto che si misuri in maniera democratica»

Da quanto tempo sta lavorando alla sua candidatura?
«La candidatura trova il risultato nel momento in ci si deve certificare di un lavoro svolto negli anni. Questo lavoro troverà riscontro positivo e negativo attraverso il consenso degli elettori. Siamo in un partito che prevede le primarie e ancor più se non c'è una convergenza su un nome che non mette d'accordo tutti. C'erano più figure forti e non si poteva disperdere questo patrimonio del Pd».
Se si fosse candidato Lolli avrebbe fatto un passo indietro?
«Del senno del poi ne son piene le fosse».
L'ha sorpresa la candidatura di Pietrucci?
«Sorpreso non direi. Non ho mai escluso che lui potesse candidarsi».
Anche quando egli stesso diceva di no?
«Conosco Pierpaolo, dunque direi di no. Tuttavia, visto che siamo stati tutti parte di un percorso istituzionale e di squadra è giusto che chi ha altri ruoli, se vuole misurarsi in una cosa diversa, debba farlo attraverso un percorso democratico».
Rispetto alla amministrazione uscente occorre discontinuità oppure no?
«Il rinnovamento nella continuità. La continuità amministrativa dovrebbe esistere anche se dovesse imporsi uno schieramento di centrodestra. Saremmo dei folli se andassimo con una battaglia di chiusura verso il percorso amministrativo che è stato fatto fino a oggi».
Condivide tutte le priorità del manifesto elettorale? (4%, Prg ricostruzione in 5 anni, Ricostruzione pubblica)
«É chiaro che io, come presidente della Gran Sasso acqua sono un emblema della ricostruzione pubblica. Paradossalmente posso dire che i sottoservizi sono stati la prima opera partita in ritardo, le altre però sono ancora al palo. Il Prg deve essere il primo atto di governo, presupposto per governare. I fondi del 4% sono fondamentali per il rientro nel centro storico e per lo sviluppo economico occupazionale della città con priorità per coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro».
E sul Gran Sasso?
«Uso una frase fatta: ci vuole uno sviluppo sostenibile. Il Gran Sasso va valorizzato sotto il profilo ambientale, ma anche infrastrutturale. Se lo fanno in altre parti d'Italia perché noi no? E perché arrivare ad una brutalizzazione perimetrale? Basta solo avviare una programmazione condivisa per raggiungere il risultato. Senza percorsi radicali».
Come condurrà la campagna elettorale e che tipo di squadra immagina?
«Dopo le primarie quando avremo le certezze cercheremo di valorizzare le migliori risorse che abbiamo in città».
Ne fa una questione generazionale?
«No, per me non è una questione anagrafica. Il vero rinnovamento non è anagrafico ma passa per la possibilità di misurarsi su cose nuove. C'è bisogno di elementi complementari e non di elementi escludenti».
In squadra ci sarà anche qualcuno dell'amministrazione uscente?
«E perché no. Il sistema epurativo non appartiene ad una logica democratica».
Un giudizio sull'amministrazione uscente?
«Grande sentimento di solidarietà. Capisco ciò che ha passato questa amministrazione con il sisma. E non si è fatto ciò che non si è potuto fare. Avendo fatto parte di questo percorso troverei assurdo prendere le distanze».
Chi sono i suoi grandi elettori?
«I cittadini, ho 4 mila contatti nella mia rubrica».


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