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Data: 17/03/2017
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Trasporti: tagli statali e rinnovi dei contratti, buco da 15 milioni in Tua

L'AQUILA - Gli autobus della Tua, la società unica dei trasporti regionale, non devono stare attenti solo alle buche delle strade dissestate d'Abruzzo, a seguito di frane e smottamenti: rischia, infatti, di aprirsi una nuova voragine, questa volta contabile, di ben 15 milioni di euro, a causa dei tagli al fondo dei trasporti, a cui si aggiunge l'aumento del costo del personale, 2.000 addetti compresi quelli delle società private convenzionate, a causa dei rinnovi contrattuali.

Per la Regione e per il neo presidente della Tua, Tullio Tonelli, sarà una bella gatta da pelare, perché impraticabile sembra essere la soluzione dell'aumento dei biglietti, già adottata ad agosto 2016, in media del 15 per cento.

Problematico è anche il taglio di ulteriori corse, dei cosiddetti rami secchi della rete, attraverso l'integrazione ferro-gomma, anche perchè Trenitalia, che detiene il grosso del trasporto ferroviario collabora molto poco.

I sindacati, che hanno già proclamato uno sciopero, come conferma ad AbruzzoWeb il segretario regionale Cgil trasporti, Franco Rolandi, di fare altri sacrifici, poi, non vogliono nemmeno sentir parlare, ricordando che hanno già dato, in occasione della fusione, avvenuta 2 anni fa, delle tre società dei trasporti, Arpa, Sangritana e Gtm, in Tua, accettando condizioni di lavoro più penalizzanti.

Infine ci sono oggettive difficoltà per la Regione a reperire risorse aggiuntive, come confermato dai dirigenti regionali ascoltati mercoledì in commissione di vigilanza del Consiglio assieme a Tonelli e al presidente dell'Anav-Confindustria, Sandro Chiacchieretta.

Alla luce di questo quadro, la cosa più logica sarebbe che fosse il governo a mettere mano al portafoglio, per garantire anche in Abruzzo un servizio essenziale.

Ma c'è chi in commissione ha fatto osservare che il precedente governo di Matteo Renzi, è stato molto più "amico" di altre Regioni.

Ai trasporti del Molise e della Campania, sull'orlo del baratro, sono stati garantiti, infatti, trasferimenti straordinari rispettivamente di 90 e 600 milioni di euro.

All'Abruzzo, invece, nisba, anzi: si è dovuto fare carico di una penalizzazione di ben 8 milioni in meno di trasferimento a causa dei mancati obiettivi, in termini di miglior rapporto tra costi e ricavi, relativi al triennio 2012-2014, prima della costituzione della Tua. Poi è arrivato un ulteriore taglio del fondo nazionale, che all'Abruzzo è costato 2 milioni.

Eppure l'Abruzzo, a differenza di Molise e Campania, è riuscito a creare una società unica e a raggiungere l'equilibrio di bilancio, anche con piccoli utili sotto la gestione di Luciano D'Amico, che a febbraio ha poi rassegnato le dimissioni da presidente, dopo che l'Autorità anticorruzione (Anac) ha ravvisato possibili profili di incompatibilità con il suo ruolo di rettore dell'Università di Teramo, demandandone il relativo accertamento al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e allo stesso ateneo teramano.

"Il problema principale - spiega a questa testata il presidente Tonelli - nasce dal non riconoscimento, a partire dal 2015, dei maggiori oneri a carico della Tua, dovuti a quattro rinnovi contrattuali, dal 2003 a al 2009. Ora, però, questa mancata erogazione crea enormi problemi, perché non ci consentirà di chiudere il prossimo bilancio in pareggio. La Regione ha problemi economici, come le sue società, inutile negarlo, ma una soluzione va comunque trovata. Non potrà essere comunque, voglio sottolinearlo, l'aumento dei biglietti, perché il rischio sarebbe di ridurre i passeggeri, e dunque sarebbe addirittura controproducente".

La soluzione, si augura Tonelli, arriverà "grazie ai prossimi incontri che faremo con la Regione, in cui valuteremo tutte le ipotesi in campo e i margini di manovra".

In subbuglio anche le società di trasporto private, rappresentate da Chiacchieretta, che una soluzione invece tranchant la intravede: tagliare i rami secchi, ovvero cancellare le corse con autobus vuoti, costringendo la "privilegiata" Trenitalia a dare finalmente una mano nell'integrazione ferro-gomma, che la Tua a oggi riesce a concretizzare solo con i treni della ex Sangritana, ovvero con le corse che gestisce direttamente.

"Non vedo molte alternative - incalza Chiacchieretta - O il governo ci mette tutti i soldi che servono, oppure la Regione deve ridurre le corse che dobbiamo coprire noi privati, come prevede il contratto di servizio, se sono improduttive, perché un'impresa non può lavorare a perdere, se non fa incassi, va a gambe all'aria".

E aggiunge con una vena polemica che "il servizio di Trenitalia si basa sul 'gross cost': fattura un determinato costo chilometrico alla Regione, che viene decurtato solo per il reale incasso. Il nostro servizio su gomma - prosegue l'esponente confindustriale - si basa invece sul 'net cost': dobbiamo per forza incassare una percentuale del 35 per cento, il che equivale a una penalizzazione, perché, a oggi, non riusciamo ad andare oltre il 22 per cento".

Tradotto, un treno che viaggia vuoto costa sei volte in più rispetto a un autobus nella medesima condizione.

Infine i sindacati. Davanti a uno scenario che rischia di determinare il default del sistema del trasporto pubblico regionale, Cgil trasporti, Fit Cisl, Uil trasporti e Faisa Cisal hanno proclamato uno sciopero di 4 ore il 26 aprile prossimo. E sono anche preoccupati della sorte dei dipendenti delle società private.

"In un incontro di circa un mese fa, le aziende private ci hanno spiegato che se, come sembra essere pacifico, non si può intervenire sulle tariffe né si possono ridurre le corse stabilite dalla concessione della Regione - spiega il segretario regionale Rolandi - l'unica alternativa per loro non potrà che essere quella di incidere sul costo del personale, azzerando, tanto per cominciare, i contratti aziendali, ovvero riducendo gli stipendi".

Per quanto riguarda, poi, i lavoratori della Tua, Rolandi ribadisce che "con questi tagli si andrebbe a vanificare tutto quello di buono è stato fatto in questi due anni. Che è merito anche dei lavoratori, perché con il nuovo contratto della Tua abbiamo fatto tante rinunce - ricorda - Non ci si venga dire che ora il problema sono gli aumenti contrattuali, previsti dalla legge, attesi da anni".

"Noi di sacrifici non ne facciamo più, abbiamo già abbondantemente fatto la nostra parte", conclude.
LE REAZIONI

FEBBO E SOSPIRI: ''IL SISTEMA E' AL COLLASSO''

“Il trasporto pubblico locale continua a vivere una serie di criticità con problematiche come risorse, investimenti e accordo integrato ancora completamente da risolvere mentre i dipendenti della società regionali pubblica e private sono pronti a scioperare il prossimo 26 aprile al fine di essere ascoltati da una Regione sorda e inconcludente ma capace solo di creare forti tensioni con i rappresentanti sindacali”.

Questo il commento del presidente della commissione di Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo e il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri dopo le audizioni dei dirigenti regionali, presidente Tua, Presidente Anav e i rappresentanti Organizzazioni sindacali Trasporti regionali.

“Dopo mesi di trattative e rinvii - spiegano Febbo e Sospiri - oggi ci troviamo sul tappeto spinose questioni irrisolte. Innanzitutto il problema inerente le minori risorse scaturenti dalle penalizzazioni di 8 milioni di euro inflitte dal governo nazionale alla Regione Abruzzo per il mancato raggiungimento degli obiettivi di efficientamento si sono aggiunti i nuovi tagli al fondo nazionale trasporti, che per l’Abruzzo significano una ulteriore sottrazione di risorse per 2 milioni di euro”.

“Rispetto a questa già drammatica situazione, la Regione Abruzzo è intervenuta lo scorso agosto con un taglio dei servizi ed un aumento tariffario del 14%. Praticamente all’appello mancherebbero circa 15,5 milioni di euro per il 2016 ed altrettanti 15,5 milioni di euro per il 2017 che, in assenza di contromisure da parte della Regione Abruzzo, determineranno il default del sistema del trasporto pubblico regionale”, rilevano.

“A questo drammatico quadro economico e finanziario si deve aggiungere - continuano Febbo e Sospiri - gli investimenti del parco rotabile gomma/ferro che impone l’adozione di solleciti interventi atti a garantire alle aziende la disponibilità di una flotta sicura, efficiente e confortevole; la mancata realizzazione del biglietto unico e del sistema tariffario intermodale al fine di consentire ai cittadini abruzzesi di utilizzare indistintamente nell’intero territorio regionale un solo titolo di viaggio a prescindere dal vettore (pubblico/privato) o dalla tipologia di trasporto pubblico (gomma/ferro); la mancata applicazione dell’accordo integrativo interrotto dall’attuale governo regionale determinando così un taglio retributivo diretto a tutti i lavoratori delle aziende pubbliche e private”.

E ancora, per i due forzisti, “si deve aggiungere la mancata definizione di un piano regionale integrato dei trasporti che aggrava ulteriormente la già compromessa situazione caratterizzata da sovrapposizioni, da inefficienze e da mancanza del necessario coordinamento”.

“Oggi ci troviamo davanti a un problema da noi previsto e annunciato. Un problema che diventa una vera e propria beffa ai danni dei consumatori e dei dipendenti del trasporto privato e pubblico - fanno notare - Infatti dopo l’aumento spropositato del costo dei biglietti adesso c’è la seria possibilità che la situazione economica possa andare a influire sui stipendi dei dipendenti e sul rinnovi contrattuali”.

“Pertanto, dopo le tante promesse effettuate da questo governo regionale, - concludono Febbo e Sospiri - assistiamo ad una gestione poco oculata dei trasporti nella nostra Regione che nei prossimi giorni potrebbe sfociare in una vera e propria crisi di un settore vitale per la nostra economia”.

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