ROMA Il piano c’è, ma ora i tempi sono stretti e ciascuno deve lavorare a tappe forzate per attuarlo. È questa l’indicazione che arriva dopo l’incontro tra il governo e i vertici di Alitalia sul piano industriale per il rilancio della compagnia. Piano che il governo ha considerato «molto ampio», con «numerosi elementi da approfondire» e che richiede una «implementazione rapidissima». Per questo l’azienda incontrerà già oggi i sindacati, con i quali c’è da aprire la partita più delicata, quella sugli esuberi. Ad appena poco più di dodici ore dall’approvazione definitiva in Consiglio di amministrazione, il piano è stato presentato al governo (che lo attendeva dal 9 gennaio) dal vertice della compagnia al gran completo, compreso Luigi Gubitosi, neo consigliere di amministrazione e futuro presidente esecutivo. L’incontro, durato circa un’ora, ha permesso ai ministri di individuare nel piano quello che era invece mancato nella prima presentazione del 9 gennaio, quando era stato chiesto all’azienda un piano «dettagliato e condiviso»: i ministri hanno infatti considerato «un passo positivo» la presentazione del piano e «l’impegno degli azionisti a portarlo avanti». Il lavoro da fare però ora è molto, sottolineano i ministri Calenda e Delrio, indicando che «il lavoro di approfondimento inizia già dalle prossime ore nei rispettivi ambiti di competenza». Soddisfatto l’ad Ball, che ha definito l’incontro «molto proficuo», e che si prepara a presentare il piano a dipendenti e sindacati. Uno dei capitoli più caldi è quello degli esuberi e all’inizio della prossima settimana è previsto un incontro congiunto azienda-sindacati alla presenza dei due ministri. In attesa di vedere le carte, i sindacati sono scettici: un piano industriale «non può essere solo di tagli ed esuberi, bisogna capire quali investimenti rilanciano l’impresa», avverte Anna Maria Furlan della Cisl; un piano che «sembra fondato sulla sabbia», non di sviluppo «ma di ridimensionamento», osserva Claudio Tarlazzi della Uilt; «verificheremo se si tratta si un piano lacrime e sangue o se conterrà realmente ipotesi di sviluppo», aggiunge mentre Nino Cortorillo della Filt Cgil, chiedendo una «trattativa vera». La cifra su cui dovrebbe partire il negoziato con i sindacati è di circa 2.000 esuberi, mentre per quanto riguarda il taglio del costo del lavoro alcune indiscrezioni parlano di un 30%. Le partite aperte su cui c’è da lavorare riguardano anche altri temi. A partire dal cuscinetto finanziario per tutelare il business plan da possibili eventi imprevisti: su questo ci sarebbe una partita aperta tra i soci, con Etihad che sarebbe più disponibile, mentre le banche un po’ meno.