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Pescara, 25/11/2024
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Data: 18/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Lavoro, via i voucher. Eliminati i referendum. Sì al decreto: abrogazione a fine anno e norma sugli appalti chiesta dalla Cgil. Gentiloni: «Non vogliamo dividere». Sarà rispolverato il posto “a chiamata”

ROMA Via libera del Consiglio dei ministri al decreto che cancella voucher. L’effetto però non sarà immediato. È stata infatti prevista una fase transitoria «per evitare impatti negativi». La soppressione partirà operativamente dal primo gennaio 2018 per consentire l’esaurimento dei voucher già acquistati. Il governo ha inserito nel testo anche le nuove norme sugli appalti per recuperare il principio di solidarietà tra committente e appaltatore, in modo da disinnescare anche il secondo quesito referendario che era stato posto dalla Cgil. In questo modo il referendum convocato per il 28 maggio è completamente superato e il governo può tirare un sospiro di sollievo. «Lo strumento dei voucher si era deteriorato e non era uno strumento attraverso il quale, se non per situazioni molto specifiche, si poteva dare una risposta efficiente e moderna. Avevamo la risposta sbagliata ad una esigenza giusta e all’esigenza ora ci rivolgeremo con un confronto già nelle prossime settimane con le parti sociali e il parlamento» annuncia Paolo Gentiloni durante una conferenza stampa che gli offre l’opportunità di far capire qual è la posta in gioco: «Abbiamo abrogato le norme su voucher e appalti nella consapevolezza che l’Italia non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi e nella consapevolezza che la decisione è coerente con l’orientamento che è maturato nelle ultime settimane in parlamento». Quanto alla decisione «coerente con le scelte del parlamento», va ricordato che la proposta unificata messa a punto dalla commissione Lavoro della Camera non sanciva l’abolizione tout court dei buoni, bensì prevedeva che potessero utilizzarli solo le famiglie, per pagare lavoretti a ore come quelli delle colf e delle badanti, e le imprese senza dipendenti. In più fissava paletti rispetto alle categorie di lavoratori che le imprese avrebbero potuto pagare con i voucher. Proposta che però la Camusso aveva respinto al mittente. Nella “guerra” dei voucher vince la Cgil e perde il Pd? «Non era in campo una gara tra governo e Cgil, né con nessun altro. Era chiaro che si doveva andare verso una drastica riduzione dell’uso dei voucher» risponde il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ricorda come il governo «aveva sempre detto che serviva un drastico ridimensionamento di norme ereditate da esecutivi precedenti e solo recepite dal jobs act». Il decreto abroga infatti proprio tre articoli (48, 49 e 50) della riforma del lavoro firmata da Poletti. E su questo tema dovrà aprirsi ora una nuova fase di discussione. «Con l’abolizione dei voucher il rischio di aumento del lavoro nero esiste», continua Poletti, «ma non dimentichiamo che il lavoro nero è vietato». A breve il governo dovrà dunque trovare una alternativa ai buoni lavoro, sia per offrire uno strumento alle famiglie per retribuire i piccoli lavoretti occasionali, sia per assicurare alle imprese un utile strumento di flessibilità. Per le aziende si potrebbe rendere meno rigida l’attuale disciplina del “job on call”, il lavoro a chiamata che prevede un massimo di 400 giornate lavorate con questo contratto in tre anni e limiti per l’età dei prestatori di lavoro (meno di 25 anni o più di 55 anni). Si potrebbero per esempio allargare le categorie di lavoratori che possono usarlo indipendentemente dall’età o innalzare i tetti dei giorni per cui si può lavorare a chiamata. Resta scoperta invece l’area del lavoro familiare che non necessita di continuità e per la quale è ipotizzabile il ritorno al lavoro nero. Per questo è probabile che si studi un sistema, sulla falsariga di quanto accade già in Francia e Belgio, con una piattaforma telematica alla quale si iscrivono i prestatori d’opera e gli utilizzatori con la possibilità di pagare on line il servizio di cui si ha bisogno e di avere garanzie sulla persona che si propone per questo servizio. Si tornerà al lavoro in nero? «Individueremo strumenti efficienti e moderni per regolare il lavoro saltuario e temporaneo» assicura Gentiloni.

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