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Data: 18/03/2017
Testata giornalistica: Rassegna.it
Camusso: abbiamo restituito fiducia alle persone

Il segretario generale della Cgil in assemblea mentre il Cdm approva il decreto. "Aspettiamo i testi. Torna la convinzione che si può cambiare insieme. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla mobilitazione, ora la Carta dei diritti"

“Non cantiamo vittoria finché non vediamo i testi, ma una prima importante vittoria c'è: abbiamo restituito al paese, alle persone la fiducia che cambiare si può, insieme”. Susanna Camusso è in Puglia, in un'assemblea a Brindisi, quando le agenzie battono la notizia che il Consiglio dei ministri ha varato il decreto che abolisce i voucher e reintroduce clausole di solidarietà tra committente e appaltatore, ovvero i due temi al centro dei referendum promossi dalla Cgil.

“In ogni caso dobbiamo ringraziare tutti i compagni e le compagne che in questi mesi hanno lavorato per raccogliere le firme, per spiegare la Carta e i referendum, che hanno organizzato iniziative, volantinaggi, eventi. Il nostro impegno non si ferma qui, la Cgil ha una sua proposta, la Carta dei diritti universali del lavoro. La #sfidaxidiritti prosegue”, ha aggiunto il segretario generale della Cgil.

“L'aria che tira” era il titolo dell'assemblea di Brindisi, una tappa del viaggio nei territori di Puglia per incrociare il Piano del Lavoro e le proposte della Cgil sul Mezzogiorno con la piattaforma programmatica elaborata dalla confederazione regionale. In un territorio, quella brindisino, che vive una forte crisi occupazionale e sociale ma presenta anche poli d'eccellenza nel settore Arospazio e della ricerca.

“In Puglia non ci rassegniamo al 51 per cento di disoccupazione giovanile, ai dati di emigrazione dei laureati, a vedere offesa da illegalità una grande risorsa qual è il nostro settore agroalimentare”, ha commentato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia. E se da Antonio Macchia, alla guida della locale Camera del Lavoro, è arrivata la richiesta “di riconoscere Brindisi quale aria di crisi, per intervenire con misure adeguate”, per Camusso “dovremmo cominciare a parlare di aree di sviluppo. In questo territorio come a Taranto come in altre zone del Paese servono investimenti pubblici per sostenere industria e ambiente e creare occasioni di nuova occupazione. Perché non ci il decantato Masterplan abbia finora incrociato la realtà di queste aree”.

Le politiche messe in campo in questi ultimi venti anni, ha ricordato il leader della Cgil, “si sono rivelate fallimentari. Si è detto sosteniamo le imprese perché loro creano lavoro, sviluppo. Si è fatto di tutto per aumentare flessibilità e precarietà. Risultato? Gli investimenti calano, la disoccupazione aumenta e allora forse è il caso che si inverta la rotta. E noi qualcosa da dire la abbiamo. Il nostro Piano per il lavoro, la nostra Carta dei diritti nata per rispondere a quella frammentazione del mondo del lavoro, per rendere generali diritti e tutele”.

Voucher, appalti ma non solo, ricorda Susanna Camusso da Brindisi. “Oggi leggiamo tanti esperti della materia sostenere che con le nostre proposte si rischia di far crescere lavoro nero. Un falso. Il lavoro nero in questi anni è aumentato e non accettiamo che si coccoli chi viola le regole, evade il fisco, danneggia lavoratori e collettività”. E allora “nessuno canti vittoria. Un decreto non è una legge. Aspettiamo di vedere cosa c'è scritto nei testi. La nostra campagna intanto va avanti perché siamo partiti dal basso, dagli ultimi, da voucher e lavoratori in appalto, ma non ci basta mica. Il nostro obiettivo è la Carta dei diritti che parla a tutti i cittadini. Se c'è una cosa su cui abbiamo vinto è che grazie alla nostra mobilitazione, le firme raccolte, questo paese è passato dal parlare di come licenziare meglio o precarizzare di più, a discutere di lavoro tutelato, sicuro, che dia risposte soprattutto alle giovani generazioni. Non smettiamo di farlo, andiamo nei luoghi di lavoro, nelle piazze, diamo un messaggio di speranza soprattutto ai giovani. Perché se si affogano queste speranze è l’intero paese condannato al declino”.

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