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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
D’Alfonso: primo vertice con i nuovi. Comuni del cratere. Teramo, i sindaci: avviare subito la ricostruzione degli edifici B. Problemi per gli sfollati che devono lasciare gli alberghi della costa. E ora la battaglia si sposta sull’istituzione della zona franca per le imprese delle aree colpite

TERAMO Vertice ieri pomeriggio tra il presidente della Regione Luciano d’Alfonso e i comuni teramani e aquilani del cratere nella sala consiliare della Provincia. Obiettivo: individuare compiti e carichi di lavoro in capo ai Comuni e agli uffici preposti alle verifiche delle istanze occorrenti per la ricostruzione. Con i sindaci dei comuni già inseriti nel cratere c’erano i colleghi degli enti inseriti nel decreto ieri notte: Isola del Gran Sasso, Colledara, Castel Castagna, Fano Adriano, Pietracamela, Cagnano Amiterno, Barete, Pizzoli e Farindola. Tra gli argomenti illustrati dal governatore ai sindaci l’inserimento di una norma ad hoc per le risorse necessarie alla ricostruzione delle abitazioni colpite dalle frane; un primo stanziamento di 20 milioni di euro per i danni indiretti nei settori di lavoro del turismo; il potenziamento delle risorse umane necessarie per i Comuni del cratere e per le Province; l’aumento delle competenze in capo ai Comuni per la ricostruzione. La Regione, in particolare, chiede alle amministrazioni comunali di sviluppare per quanto possibile anche le pratiche private oltre a quelle degli edifici pubblici, in modo che quando arriveranno all’Ufficio speciale per la ricostruzione di Teramo (che sarà il principale, con Montorio e Montereale come “succursali”) siano già almeno in parte lavorate. Una richiesta che ha suscitato più di un mugugno, visto che i Comuni hanno difficoltà di personale mentre all’Usr quando sarà a regime lavoreranno trenta persone. Dai sindaci è arrivata la pressante richiesta di avviare subito la ricostruzione per gli edifici classificati B, quelli che per la legge possono essere rimessi a posto subito. Il problema segnalato al governatore è che le imprese edili devono attendere troppo tempo per recuperare i soldi di questi interventi, per cui è stato auspicato un intervento delle banche che dovrebbero anticipare i soldi. D’Alfonso si è impegnato a fare in modo che la Regione, insieme alle associazioni dei costruttori come Ance e Api, faccia da tramite per mettere d’accordo ditte e banche. L’amministrazione comunale di Teramo, rappresentata dall’assessore Franco Fracassa, ha poi evidenziato il problema degli sfollati che – scaduto il termine di legge di 150 giorni – saranno presto mandati via dagli alberghi della costa dove sono ospitati. Gli albergatori, infatti, intendono liberare le proprie strutture per la stagione estiva. Poiché a Teramo non toccano le casette di legno e la ricettività alberghiera della città e in generale dell’entroterra è scarsa, il Comune dovrà requisire le case invendute per sistemare i cittadini mandati via dagli hotel. In generale, sia pure in modo non polemico, i sindaci hanno espresso forti preoccupazioni sui possibili (ma in parte già evidenti) ritardi nella ricostruzione. Quelli del cratere 2009 hanno testimoniato come, nei loro comuni, la ricostruzione del sisma di otto anni fa sia ancora una chimera.


E ora la battaglia si sposta sull’istituzione della zona franca per le imprese delle aree colpite

PESCARA «Insieme ai colleghi abruzzesi siamo riusciti a migliorare molto il provvedimento, certi che c’è ancora altro su cui intervenire». È soddisfatto Paolo Tancredi, deputato Ncd, del testo emendato del decreto terremoto uscito dalla commissione Ambiente. «Ritengo inoltre di grande importanza» prosegue il parlamentare abruzzese «l’annuncio fatto dal Governo, in sede di commissione, dell’avvio di una procedura di notifica all’Ue per istituire una zona franca nel cratere che si poggerebbe su esenzione fiscale ed esenzione contributiva per aziende e professionisti, comprese le aziende che prenderanno la residenza nella zona per i prossimi tre anni; naturalmente questo provvedimento è sottoposto alla regole del de minimis e cioè con un massimo di 200 mila euro l’anno per azienda. Insisteremo molto su questa norma perché rappresenterebbe la vera misura anti spopolamento». Considera il testo molto migliorato la senatrice Pd Stefania Pezzopane, che sottolinea l’importanza della norma sulla copertura delle spese per i sottoservizi dei Comuni del Cratere 2009. Il deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca sottolinea i due emendamenti a firma M5s accolti in commissione. «Il primo prevede indagini sulla vulnerabilità sismica in tutte le scuole italiane situate delle zone a maggior rischio sismico (1 e 2). L'elemento davvero di rilievo è rappresentato dal fatto che il decreto del governo inizialmente prevedeva tali controlli solo per le scuole situate all'interno del Cratere: noi siamo riusciti a farli estendere all’intero territorio nazionale. Inoltre siamo riusciti far approvare tempistiche precise di azione: tali indagini dovranno essere svolte entro giugno 2018». Il secondo emendamento a firma Vacca pone l'obbligo di pubblicazione dei risultati delle indagini sul sito dell'istituzione scolastica. Per il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano positivo l’allargamento del cratere ma «ancora insufficiente, perché esclude inspiegabilmente alcuni comuni delle Province di Pescara (Catignano, Civitella Casanova, Penne), e di Teramo (Basciano, Penna Sant'Andrea) che hanno subito fortissimi danni e che dovrebbero poter usufruire delle misure agevolative previste dal decreto. E da questo punto di vista dal governo non sta arrivando nessuna risposta, ma solo miopi chiusure». Gianni Melilla, deputato di Democratici e Progressisti promette un emendamento in Aula proprio a favore dell’allargamento del cratere «anche ad alcuni comuni come Penne, Basciano e Penna Sant’Andrea in provincia di Teramo. Ma già è positivo l’allargamento approvato. Soprattutto però», aggiunge Melilla, «è passata la filosofia abruzzese che estende il ristoro per i danni del terremoto a due altre emergenze: le nevicate di gennaio e i movimenti franosi. Questo comporterà per l’Abruzzo interventi per alcuni centinaia di milioni. È poi passato il concetto del ristoro dei danni indiretti: vuol dire ammortizzatori sociali per le imprese che hanno subito danni. C’è infine l’impegno a discutere un altro provvedimento per una grande zona franca dal punto di vista fiscale. Non solo per le imprese che già operano nel territorio, ma per quelle che possono arrivare».

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