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Pescara, 25/11/2024
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Data: 18/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Altri blitz a palazzo Silone. Ora si indaga sugli staff. I carabinieri del Noe hanno sequestrato atti riguardanti le assunzioni. I militari si sono presentati due volte negli uffici aquilani di Pettino

L’AQUILA L’attività della Regione viene rivoltata come un calzino da parte della Procura della Repubblica. Tant’è che adesso si è aperto addirittura il decimo filone investigativo, a fronte di 33 indagati, da quando, meno di un mese fa, i carabinieri si presentarono per la prima volta a palazzo Silone. Ora, secondo quanto si è appreso ieri sera, gli investigatori stanno indagando anche su alcune assunzioni a chiamata diretta, quelle relative al personale degli staff del presidente dell’ente, Luciano D'Alfonso, e dei i suoi assessori. Si tratta di un nuovo rivolo della maxi inchiesta dei pm aquilani su una serie di appalti gestiti dalla Regione. Il blitz dei militari è scattato dopo gli interrogatori di persone informate sui fatti. I carabinieri del Noe, sia oggi che ieri, hanno fatto incursioni a palazzo Silone, sede della giunta regionale all'Aquila a Pettino, per sequestrare documentazioni sulle assunzioni. Ci sarebbero anche avvisi di garanzia. Nel mirino ci sarebbero le procedure finalizzate alle scelta di queste persone. Un blitz passato inosservato inizialmente ma poi la notizia della presenza dei militari si è sparsa in tutti i corridoi di palazzo Silone e non solo in quello dove c’erano i carabinieri. Le assunzioni nel mirino del Noe sarebbero avvenute ai tempi in cui a capo del personale c'era Eliana Marcantonio, che non risulta indagata e che si è dimessa nel 2016: ora il settore viene coordinato ad interim dal dirigente Fabrizio Bernardini. Non a caso si tratta di un’indagine il cui avvio risale a ben due anni fa. Bernardini, come è noto, è già indagato in un altro filone, in qualità di segretario della giunta che ha votato la delibera numero 367 del 3 giugno 2016, relativa alla riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano (Chieti), oggetto di indagine. L’apertura di questi nuovi fronti, così diversi tra loro, non è causale. Ma è la conseguenza dell’esame delle montagne di intercettazioni in possesso degli investigatori, di cui le difese non sono ancora in possesso. E’ vero che in occasione del Riesame la Procura ha dovuto esibire alcuni atti ma si tratta di documenti con molti omissis. Finora sono state due le richieste al Riesame. Una è stata respinta mentre, per l’altra, sono stati gli stessi avvocati e ritirare il ricorso convinti che la partita importante si giocherà su altri tavoli. Di certo l’indagine va avanti in modo spedito e non a caso, sul fronte pescarese, solo 3 giorni fa era stato recapitato un avviso di garanzia al dirigente regionale Fabio Ferrante in relazione al filone investigativo sul progetto da 3 milioni e mezzo di euro del parco Lavino a Lettomanoppello (Pescara). In tutta questa maxi inchiesta sono indagati anche i vertici regionali: dal presidente Luciano D’Alfonso fino agli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci, Dino Pepe. Le ipotesi di accuse, a vario titolo per questi amministratori, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi e portata avanti dai carabinieri del Noe e dalla squadra Mobile di Pescara.

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