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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/03/2017
Testata giornalistica: Mapero'
Trifuoggi indagato con altri 12

Il vice sindaco dell’Aquila ed ex procuratore della repubblica dell’Aquila e di Pescara, Nicola Trifuoggi, è indagato dalla procura della Repubblica del capoluogo nell’ambito di un’inchiesta che, ipotizza lui stesso, potrebbe riguardare una richiesta di sanatoria di alcuni cittadini, da lui non accolta, relativa a un manufatto provvisorio in legno costruito dopo il terremoto del 2009. Con Trifuoggi sono indagate altre 12 persone tra cui il figlio Giuseppe e l’ex Capo dei vigili urbani Eugenio Vendrame. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli.

Nicola Trifuoggi

“Non sapevo nulla e non mi sono stati notificati atti, e da quanto ho letto il procedimento è destinato a essere archiviato – afferma Trifuoggi, ex procuratore della Repubblica di Pescara – Leggendo i nomi degli altri indagati credo di poter ricostruire la vicenda, che è di qualche anno fa. Ero già vice sindaco, mio figlio mi chiese di ricevere il suo istruttore di arti marziali, io ricevo tutti in Comune e così venne, accompagnato dal cognato”.

I due chiesero al vice sindaco “che possibilità ci fossero di sanare la costruzione di una casetta in legno in zona di esondazione. Io – prosegue – risposi che non c’era nessuna possibilità e loro andarono via. Da allora non avevo saputo più nulla di questa storia, fino a oggi”.

Trifuoggi, riferisce l’Ansa, accreditato per sua ammissione di candidatura a sindaco alle prossime elezioni comunali di giugno in uno schieramento diverso dal centrosinistra con cui governa attualmente, vede nella vicenda giudiziaria dei risvolti politici.

“È legata alla mia candidatura? Sicuramente sì, ne sono certo – afferma – Me lo aspettavo perché so che da un anno si prepara un dossier su di me, per screditarmi. Inoltre, di recente un consigliere comunale di minoranza è venuto a informarmi, dissociandosi, che un’altra forza politica cercherà di maciullarmi sulla mia onorabilità. Io comunque vado avanti”.

I reati ipotizzati sono a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e millantato credito, secondo due informative del Noe risalenti a marzo e novembre 2016, depositate il 31 gennaio 2017. E sono stati stralciati da un’altra inchiesta il 6 febbraio scorso.

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