ROMA E' la pagina chiave del piano Alitalia. Quella su cui si concentrerà da domani l'attenzione del governo e sulla quale i sindacati intendono dare battaglia. E' la slides che illustra dove e come tagliare il personale, nei dettagli. Sacrifici dolorosi che prevedono, almeno nelle intenzioni dell'azienda, una sforbiciata complessiva di 2.437 posti di lavoro, tra servizi di terra e navigante. Con una mazzata terrificante per il personale degli uffici di Roma, il cuore della compagnia, che viene ridotto del 51%, mentre quello non di volo subirà un taglio del 20%. A pagare il prezzo più alto, osservando la tabella qui a fianco, sarà il comparto commerciale e vendite con 339 esuberi, seguono i tecnici dei sistemi informativi con 182, la finanza con 139, poi l'ufficio risorse umane che perde 59 posti. Meno 20 unità per la pianificazione strategica e meno 29 per chi segue i rapporti con i clienti esterni e i fornitori. Nel settore operations la scure colpisce con 414 esuberi chi lavora nella cosiddetta airport experience, gli impiegati che seguono il flusso dei biglietti, il check in, le sale vip e le valige smarrite; 252 sono invece di troppo nell'handling, ovvero nello carico e scarico bagagli, in sintesi tutti i servizi di pista, 142 i tagli per lo staff operations e per quello flight operations, chi si occupa rispettivamente di organizzazione a terra e del personale di volo. Anche la struttura dell'ad, il livello più alto, verrà messa a dieta: top management, audit, legale, area della comunicazione e rapporti istituzionali dovranno rinunciare a 37 posti. Complessivamente nel 2017, è scritto nero su bianco nel business plan che Il Messaggero ha visionato, il taglio del costo del lavoro arriverà a 164 milioni, considerando non solo gli esuberi, ma anche la maggiore produttività e, sopratutto, la riduzione degli stipendi in media del 30%. Sono a rischio 1.338 lavoratori di terra a tempo indeterminato, 558 a tempo determinato e 141 all'estero. A questi si aggiungeranno 300 tra hostess e steward e 100 piloti per i quali la solidarietà difensiva scade ad agosto.
I SALARI L'azienda ha chiesto ai sindacati tagli salariali del 28% per i piloti del medio raggio, 22% per i piloti di lungo raggio e 32% per gli assistenti di volo. Il tutto per avvicinarsi il più possibile al modello low cost.
I sindacati, dalla Cisl alla Uil, dalla Cgil all'Anpac, hanno già fatto sapere che si tratta di un piano non credibile e hanno proclamato, come noto, uno sciopero di 24 ore per il 5 aprile. Anche il governo, che in queste ore sta analizzando i numeri, è molto preoccupato per l'impatto sociale e lunedì, all'incontro con la compagnia, tenterà una difficile mediazione. Prima dello sciopero del 5 aprile ci sarà sempre domani quello dei controllori, agitazione che ha già costretto Alitalia a cancellare il 40% dei voli programmati, sia nazionali che internazionali. E che aggraverà la situazione sul fronte finanziario. I sindacati chiederanno all'esecutivo una riduzione netta degli esuberi e la messa in campo degli ammortizzatori sociali, mentre sia la compagnia che le organizzazioni dei lavoratori solleciteranno una riduzione dei privilegi delle low cost e un supporto alla crescita di Alitalia sulle rotte internazionali.