ROMA Oggi lo stop degli uomini radar e l’incontro Alitalia-governo-sindacati, giovedì lo sciopero dei taxi. Sono gli appuntamenti di una settimana molto calda sul fronte dei trasporti. Due scioperi nazionali, il primo di 24 ore - ad eccezione delle fasce garantite 7-10 e 18-21 - del comparto aereo, aeroportuale e indotto degli aeroporti proclamato dal sindacato autonomo Cub Trasporti, ed il secondo di 4 ore, dalle 13 alle 17, dei controllori di volo indetto dalle sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl-Ta e Unica, renderanno molto complicata la giornata per chi intende muoversi in aereo. Già nei giorni scorsi Alitalia, in vista della doppia agitazione, ha comunicato di «essere stata costretta» a cancellare il 40% dei voli programmati sia nazionali sia internazionali per un totale di 220 collegamenti. Oltre che fornire la lista completa dei voli soppressi e le informazioni dettagliate sulle modalità di riprotezione, consultabili sul sito Alitalia.com, la compagnia ha inoltre annunciato che attiverà un «piano straordinario» per riproteggere sui primi voli disponibili, «possibilmente in giornata», il maggior numero di passeggeri coinvolti nelle cancellazioni. Su alcune rotte domestiche e internazionali verranno pertanto impiegati aerei più capienti. Per assicurare la massima assistenza ai clienti, negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Linate Alitalia ha inoltre previsto un rafforzamento del proprio personale, così come verrà incrementato anche il numero degli addetti al call center. Informazioni sui voli di tutte le compagnie sono disponibili anche sul sito dell'Enac. E sempre nella giornata di oggi, la vertenza Alitalia sarà al centro dell’incontro tra governo, azienda e sindacati, che promette di essere piuttosto incandescente dopo la presentazione del piano con 2.037 esuberi e un taglio medio degli stipendi vicino al 30%, cui è seguita la proclamazione di uno sciopero di 24 ore in programma il 5 aprile. I ministri Poletti, Caldenda e Delrio dovranno mediare tra il piano presentato dall’azienda, che lo stesso governo ha definito il primo passo per il risanamento, e la rabbia dei sindacati che non vedono prospettive di sviluppo. Giovedì infine, dopo il caos dei primi di marzo, tornano a protestare i tassisti, ancora una volta per chiedere regole stringenti su noleggi con conducente e Uber. La protesta però questa volta non è unitaria ed una serie di sigle preferiscono attendere gli sviluppi del tavolo tecnico del governo che sta definendo le nuove regole. Lo scorso 21 febbraio, infatti, era stato firmato il protocollo al ministero delle Infrastrutture che prevedeva la presentazione di nuove regole entro un mese: la scadenza è quindi il 21 marzo, due giorni prima dello stop proclamato per il 23. Al ministero qualcosa si muove: per domani sono previste riunioni interne per fare il punto della situazione. Le sigle sindacali, in particolare quelle che non hanno aderito all’agitazione, si augurano quindi che subito dopo, vale a dire prima di giovedì, parta una convocazione per l’avvio del confronto vero e proprio.