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Data: 20/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Terremoto e protesta - Brucchi «Pronti a tornare in piazza»

TERAMO «Se è necessario siamo pronti a protestare di nuovo». Sono le parole del sindaco Maurizio Brucchi alla vigilia di una settimana che si preannuncia cruciale per sapere su quali risorse Teramo e tutto l’Abruzzo potranno contare per uscire dalla tenaglia della doppia emergenza terremoto-maltempo. Oggi il governo dovrebbe annunciare nuove misure e la Camera inizierà la discussione per la conversione in legge del decreto-sisma; domani il primo cittadino di Teramo sarà al Parlamento europeo a Bruxelles, insieme ad altri sindaci delle zone terremotate del Centro Italia, per spiegare agli europarlamentari la situazione delle zone colpite dal terremoto e dal maltempo di gennaio, sperando di tornare a casa con qualche aiuto in più. Una settimana che si sarebbe dovuta aprire – anche se non c’era nulla di definito – con una nuova protesta a Roma, dopo la grande manifestazione del 2 marzo scorso davanti a Montecitorio. Questa volta Brucchi aveva pensato di portare solo sindaci e altri rappresentanti istituzionali teramani e abruzzesi per fare pressione sui lavori della Camera in vista della conversione in legge del decreto-sisma, ma per oggi non se ne farà nulla. «Non è che la protesta sia rientrata, anzi», afferma Brucchi, «se è necessario siamo pronti a tornare in piazza e questo potrebbe avvenire proprio mercoledì, quando sarò di ritorno da Bruxelles. Mercoledì entrerà nel vivo la discussione in aula per la conversione in legge del decreto e valuteremo come evolverà». Un provvedimento che, continua a sostenere il sindaco – e non è certo il solo – deve essere migliorato. In particolare su due questioni: «Questa famosa zona di esenzione (la cosiddetta zona franca, ndr) non cè», osserva Brucchi, riferendosi al primo dei problemi sul tappeto, «il governo si è impegnato ad annunciarla per lunedì: vedremo se manterrà la promessa». Ma è soprattutto questione di soldi perché «le risorse economiche finora annunciate», dice ancora il sindaco di Teramo, «sono insufficienti. E poi non c’è nulla sull’emergenza neve: strade da sistemare, frane, con che soldi copriamo queste spese? Noi abbiamo fato milioni di lavori n somma urgenza, come li paghiamo? Nel decreto non c’è nulla sulla viabilità distrutta dal maltempo. Insomma, ci aspettiamo qualcosa di molto più incisivo». La speranza è riposta nei circa 80 emendamenti che su sollecitazione dei sindaci del territorio, della Provincia e di altri rappresentanti istituzionali sono stati presentati dai parlamentari abruzzesi e che verranno esaminati da domani dall’aula di Montecitorio. Emendamenti che mirano ad estendere e rafforzare le misure economiche, fiscali e e previdenziali a favore di famiglie e imprese e, più in generale, la copertura dei danni subiti dal territorio. Dipenderà da come verranno accolti, e in che misura, per capire se il decreto assumerà dei contenuti più favorevoli per l’Abruzzo e se, in caso di mancato accoglimento, partirà una nuova protesta. Poi c’è il capitolo europeo, e anche in questo caso si tratta di captare ulteriori disponibilità finanziarie da destinare ai territori colpiti da terremoto e maltempo. Brucchi e gli altri sindaci, invitati dal presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, esporranno a Bruxelles il quadro della situazione delle aree colpite dalla doppia emergenza per strappare altri aiuti economici. «Oltre al fondo di solidarietà», dice in proposito Brucchi, «c’è la possibilità di attingere ai fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale, ndr) e sarebbero risorse in più da poter impiegare per la ricostruzione dei nostri territori».

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