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Data: 21/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La Grimaldi imbarca 400 furgoni Sevel. Ortona, il maxi carico spalanca le porte a una collaborazione tra lo scalo marittimo e la grande compagnia di navigazione

ORTONA Grimaldi-Ortona, è un matrimonio che s'ha da fare. L'imbarco di 400 furgoni Sevel avvenuto domenica allo scalo marittimo ortonese spalanca le porte ad una collaborazione continuativa tra l'infrastruttura e la gloriosa compagnia di navigazione. Il Centro lo aveva preannunciato già qualche mese fa, in occasione di un altro approdo di una delle navi Grimaldi al porto, ed ora sembra che la tappa nella città di San Tommaso sarà fissa (si parla di un carico a settimana). L'IMBARCO. Domenica mattina la ro-ro ship "Fides" del gruppo Grimaldi è approdato al porto di Ortona tre mesi dopo l'ultima volta. Era dicembre quando l'imponente nave da cargo bianca e blu raggiunse lo scalo adriatico con lo stesso intento di domenica: caricare 400 furgoni realizzati allo stabilimento Sevel. La Fides è giunta al porto intorno alle 8.30 del mattino, e ad attenderla c'erano i mezzi trasportati su gomma nei giorni precedenti dal sito industriale della Val di Sangro. L'imbarco è stato curato dall'agenzia marittima ortonese Fratino. I furgoni si trovavano da alcuni giorni sulla banchina nord, nell'area destinata alle merci alla rinfusa. Il carico si è concluso intorno alle 17 e qualche minuto più tardi la ro-ro ship è ripartita alla volta di Monfalcone. I PRECEDENTI. La nave da cargo, costruita nel 1993, ha richiamato l'attenzione di gran parte della cittadinanza, incuriosita dal suo attracco sulla costa ortonese. Le imponenti dimensioni della nave, lunga 177 metri e larga 23, hanno reso evidente agli occhi di tutti la sua presenza. Si tratta di un ritorno visto che la stessa imbarcazione era stata ad Ortona nel mese di dicembre. Ancor prima, a marzo 2014, l'Eurocargo Istanbul - anch'esso della Grimaldi - approdò in porto per caricare anche in quel caso 400 furgoni Sevel. TAPPA FISSA. La città adesso dovrà farci l'abitudine a vedere navi Grimaldi approdare al proprio scalo marittimo. La compagnia arriverà, infatti, una volta a settimana, poiché per motivi tecnici sembra che l'infrastruttura ortonese sia stata preferita a quella di Vasto. Potrebbe essere una vera e propria svolta, capace di ridare slancio ad un porto che le istituzioni cittadine e regionali sembrano voler rilanciare, ma il cui sviluppo è ancora frenato da una serie di problematiche burocratiche (vedi ad esempio i problemi sorti in merito all'escavazione dei fondali). «SUBITO IL DRAGAGGIO». Lo invoca l'ingegnere Antonio Nervegna, coordinatore regionale della portualità, che da anni insieme ad Euclide Di Pretoro porta avanti il progetto di Ortona porta dell'est, in un contesto di traffici commerciali sviluppati sull'asse trasversale est-ovest. «In questo momento è determinante arrivare al dragaggio per poter aspirare a servizi sempre più importanti», sostiene Nervegna. «Grimaldi con questi approdi sta dimostrando di avere fiducia nel porto di Ortona. Noi siamo soddisfatti per il lavoro portato avanti nel tempo: circa due anni e mezzo fa io e Euclide Di Pretoro, insieme all'allora sottosegretario Giovanni Legnini, contattammo l'amministratore delegato del gruppo, Emanuele Grimaldi, per parlargli del porto di Ortona». Un'infrastruttura su cui adesso sembra che la società voglia puntare fortemente, anche in considerazione della strategica e centrale posizione dello scalo. L'interesse era stato confermato a maggio 2015 in un vertice avuto in capitaneria, al quale parteciparono i manager dello stesso gruppo Grimaldi. Insomma, sembrano esserci tutte le carte in regola affinchè tra Ortona e la società di navigazione si possano consolidare i rapporti, tuttavia «bisogna definire al più presto le operazioni di escavazione dei fondali, ferme per motivi burocratici» ammonisce Nervegna. Il Consiglio di Stato infatti ha nominato un esperto che dovrà stabilire se la documentazione presentata dalla società che si è aggiudicata il dragaggio del porto di Ortona, sia conforme a quanto richiesto dal bando di gara. È una corsa contro il tempo.

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