ROMA Un confronto approfondito tra azienda e sindacati che entri nel merito del piano industriale. È così che procederà la vertenza Alitalia: governo, azienda e sindacati hanno deciso di procedere con tavoli tecnici, che inizieranno domani e proseguiranno per una decina di giorni. Il punto verrà fatto il 30 marzo. Un lavoro che, trattandosi di una società privata, verrà solo accompagnato dal governo, che esclude qualsiasi intervento pubblico. E se per i sindacati le posizioni restano distanti, l’azienda assicura la massima collaborazione e smentisce le voci su un presunto avvio della procedura di mobilità. Così si è dunque concluso l’incontro su Alitalia a cui hanno partecipato i ministri dello Sviluppo e dei Trasporti, Calenda e Delrio. I sindacati attendevano una mediazione del governo sulla richiesta dell’azienda di 2.037 esuberi solo nel personale di terra, invece è arrivata la decisione di proseguire con dei tavoli che si terranno alla presenza dei tecnici del Mise, Mit e Ministero del lavoro. Non c’è un calendario degli argomenti, tra i quali spicca quello dell’andamento economico, che i sindacati vogliono vedere nel dettaglio, convinti che non tutti i problemi vengano dal costo del personale. Su questo l’ad Cramer Ball ha assicurato la «piena disponibilità» a lavorare con i sindacati e andare in profondità sui vari aspetti. E il futuro presidente esecutivo Luigi Gubitosi ha dato la massima disponibilità a fornire i dettagli necessari ai sindacati con l’auspicio - ha detto - che almeno parte del loro scetticismo possa rientrare. Ball ha anche smentito le voci di un presunto avvio della procedura di mobilità assicurando che è prevista una crescita del lungo raggio (gli 8 aerei in più porteranno a 32 la flotta); che due terzi dei tagli non derivano dal costo del lavoro e che i 20 aerei a terra non sono un disimpegno. La situazione resta comunque pesante. Ad evidenziarlo il ministro Delrio, che al termine dell’incontro ha puntualizzato: «Che fosse critica non lo scopriamo oggi». Delrio avrebbe comunque sottolineato la “strategicità” della compagnia, mentre Calenda ha assicurato che la compagnia resta privata. Restano freddi i sindacati, che hanno pronto uno sciopero il 5 aprile: «Per noi il piano è irricevibile e non credibile: un ridimensionamento dell’azienda senza un vero rilancio», ha detto Antonio Piras della Fit Cisl. E di «farsa» parla anche l’Associazione piloti che ha confermato un pacchetto di 72 ore di sciopero. Intanto ieri sciopero dei controllori di volo, con circa 170 voli cancellati a Fiumicino.