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Data: 21/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Voucher, black out Inps e scoppia il caos

ROMA Un pasticciaccio brutto. La vicenda voucher è solo apparentemente risolta dal governo con il decreto di venerdì scorso che li elimina completamente. Quello stesso decreto infatti prevede la possibilità di utilizzarli ancora durante tutto il 2017 per chi li aveva già acquistati e li teneva nel cassetto in attesa di attivarli. Ma, almeno ieri, non è stato possibile: il sito Inps - attraverso il quale si attiva il buono lavoro - non ha funzionato. A chi ci provava - hanno denunciato i Consulenti del lavoro in una nota - appariva un messaggio di errore. Per molti imprenditori è stato il panico, tra la paura delle sanzioni in caso di controllo e il timore di ritrovarsi nei cassetti centinaia di ticket non più utilizzabili. «Alcuni - racconta il direttore della Confesercenti della provincia di Bologna, Loreno Rossi - hanno fatto incetta, ne hanno comperati per mille, duemila euro», per far fronte alle esigenze dei prossimi 9 mesi.
Solo intorno alle 19 l'Inps ha fatto sapere che il problema sarebbe stato risolto «in serata» e che «la procedura di attivazione era stata bloccata per procedere a modifiche tecniche». Il decreto del governo ha lasciato infatti tutti basiti, evidentemente anche all'interno dello stesso istituto di previdenza, che quindi si è fatto trovare impreparato. In base alla norma si possono utilizzare solo i voucher acquistati prima del 17 marzo, e così l'Inps, nell'aggiornare il software, ha dovuto «inibire l'acquisto e il pagamento e lasciare in essere solo il processo di attivazione». L'Istituto precisa che «gli eventuali buoni acquistati da altri venditori dopo il 17 non potranno essere attivati e dovranno essere rimborsati». È accaduto per esempio alle Poste, dove ancora sabato - con il decreto in vigore e quindi lo stop alla vendita operativo - alcuni sportelli li hanno commercializzati.

UN VUOTO RISCHIOSO Ma il problema va ben oltre una giornata di blocco del sistema. Secondo quanto denunciato dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, serve un correttivo al decreto. Perché l'abolizione totale si è trascinata dietro nel periodo transitorio anche un vuoto normativo sulle sanzioni, sulla tracciabilità, sui limiti economici di utilizzo. Insomma su tutto. E questo potrebbe provocare contenziosi tra i committenti e i prestatori d'opera per i voucher utilizzabili fino al 31 dicembre 2017. «Le norme abrogate (gli articoli 48, 49 e 50 del d.lgs. n. 81/2015, recanti la disciplina del lavoro accessorio) prevedevano i limiti economici, unico elemento definitorio sostanziale, lo speciale regime per l'agricoltura, le modalità di accesso al lavoro accessorio, fino a un recente obbligo di comunicazione preventiva ed un conseguente apparato sanzionatorio specifico in caso di violazione, introdotto dal decreto legislativo n. 185/2016 (cosiddetto correttivo Jobs act)» spiegano i consulenti. Il regime transitorio prevede, come detto, la possibilità di utilizzare quelli comprati prima del 17 marzo. Ma - avvertono i consulenti - in questi casi «ci si troverà di fronte alla necessità di gestire un rapporto di lavoro privo di una disciplina propria. Anzi, senza regola alcuna». Rischio enorme.
«Ora non sappiamo come fare - dice il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani - In vista dell'estate, con i picchi del lavoro stagionale, con l'attività che cresce, ne abbiamo un bisogno urgente». L'assurdo è che in questo momento non c'è più nemmeno l'obbligo della tracciabilità con la comunicazione 60 minuti prima dell'inizio della prestazione.

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