Masterplan con pacco dono. La Regione è costretta a fare marcia indietro, ma solo perchè la Corte dei Conti ci ha messo becco: no, non si possono pagare i dipendenti regionali due volte, non si possono regalare 3 milioni di euro ai fedelissimi dello staff e ad altri dirigenti per vigilare sul Masterplan. Alla richiesta di chiarimenti inviata dai magistrati contabili, in seguito all’esposto del presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo, la direttrice generale della Regione Cristina Gerardis è costretta a rispondere mettendo qualche pezza.
Innanzitutto dovrà essere emendata la delibera con cui veniva stabilito che la task force coordinata dal responsabile unico per l’attuazione del Patto per lo sviluppo Emidio Primavera e formata da un po’ di fedelissimi dello staff, venisse compensata con lo 0,2 per cento dell’importo totale del Masterplan, circa un miliardo e mezzo di euro. Una specie di gallina dalle uova d’oro che si sarebbero divisi Claudio Ruffini, nominato rappresentante per l’Abruzzo in seno al comitato di indirizzo e controllo per la gestione del patto; Primavera e una serie di altri dipendenti, pescati dall’ufficio di presidenza e annessi e connessi: cioè Ebron D’Aristotile, Fabrizio Bernardini, Evelina D’Avolio, Sergio Di Pietranotnio, Sabrina Saccomandi, Andrea Marconi, Fabio Ferrante, “quali soggetti deputati alla verifica, controllo e azione di sostegno ai soggetti attuatori”.
Ma la Gerardis a quanto pare avrebbe confermato la linea della Corte dei Conti, e cioè il principio della onnicomprensività delle retribuzioni, aggiungendo tra l’altro che i dipendenti che lavoreranno al Masterplan riceveranno, nel caso, solo gli incentivi previsti dai contratti e niente altro.
E anche i compensi per gli esterni dovranno essere raccordati con le disposizioni della nuova legge sugli appalti.
Tutto sommato in questa fase la Regione ha facile gioco nel sostenere che tanto, lo 0,2 per cento non è stato ancora corrisposto e che quindi c’è tempo e margine per mettersi in regola.
ps: e per una volta, Pantalone non pagherà. Almeno si spera.