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Data: 22/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Il bambino autistico viene iscritto d’ufficio. Il caso scoppiato a Lanciano trova la soluzione dopo il clamore nazionale. Sindaco e dirigenti danno la loro versione. Ma la mamma vince la battaglia

LANCIANO. «Iscritto d’ufficio» alla scuola media Gabriele D’Annunzio. È l’epilogo a lieto fine della storia del bambino di 10 anni affetto da una forma di autismo che la mamma, Rita M., non era riuscita ad iscrivere in tre scuole medie cittadine. La donna vince la sua battaglia. Un caso nel quale problemi burocratici, equivoci, difetti di comunicazione e diritti negati SI sono accavallati. A rimetterci è stato un bimbo di 10 anni. Il bimbo ha visto la mamma arrabbiarsi, soffrire, reagire a forme che ha giudicato di sopruso e di negazione dei diritti, come quello all’istruzione di suo figlio. Diritti negati, che si sono intrecciati a cavilli burocratici e iscrizioni on line che per molti genitori sono un rompicapo. Un caso diventato nazionale che ha chiamato in causa il sindaco Mario Pupillo, l’assessore all’istruzione Giacinto Verna e Clara Evangelista docente a supporto dell’ufficio scolastico provinciale di Chieti, oltre che i dirigenti scolastici delle scuole medie cittadine Mario Gaeta dell’istituto Don Milani, Mirella Spinelli della Mazzini, Anna Maria Siroli della Umberto I (scuola non interessata dalla vicenda) e la delegata Gabriella Loreto della D’Annunzio. Ieri mattina alle 11 la riunione chiave. Alla quale però non ha partecipato la madre. Quindi possiamo riportare solo una versione dei fatti. L’INCONTRO. Un’ora di confronto a porte chiuse, di spiegazioni nella sala giunta al terzo piano del Comune. «Avevamo fissato questo incontro per oggi», afferma Pupillo, «prima che scoppiasse il caso a livello nazionale, perché la mamma ci ha parlato del problema la scorsa settimana. Ci ha detto delle porte chiuse in faccia, ma volevamo vederci chiaro. Da qui l’incontro». COSA È ACCADUTO. Il caso, secondo una versione, sarebbe partito dalla volontà della mamma di cambiare il comprensivo, dalle elementari alle medie, al figlio. «Dalla D’Annunzio dove è», afferma il sindaco, «si sposta al Don Milani. Qui fa una richiesta verbale di iscrizione che viene accettata, anche se il preside le suggerisce di verificare se ci sono anche altre possibilità nelle scuole medie più grandi perché aveva già diversi ragazzini diversamente abili, un numero pari al 20% degli iscritti. La signora va alla Mazzini, ma partecipa solo a un open day dove, però, non c’era possibilità di iscrizione. Torna così alla D’Annunzio. Qui per ragioni tecniche, un codice fiscale errato, e la trasmissione del modulo oltre i termini, la domanda on line viene respinta». Il bimbo quindi è fuori da ogni scuola. LA CIRCOLARE. Secondo la circolare Ministeriale n. 10 del 15/11/2016 sulle iscrizioni 2017/2018 in teoria sarebbe fuori perché nella stessa si precisa che: «Anche con riferimento agli istituti comprensivi, non sono previste iscrizioni d’ufficio e deve essere utilizzata la procedura di iscrizione on- line». Ma l’iscrizione on- line non c’è. Come fa quindi il sindaco a parlare di iscrizione d’ufficio? «Si tratta della scuola dell’obbligo», spiga la Evangelista «quindi non avendo fatto iscrizioni, è come se il ragazzo non avesse mai abbandonato il suo istituto. Poi dal 7 marzo (scadenza per le domande on line) al 25 marzo, l’ufficio scolastico verifica se ci sono casi anomali, iscrizioni mancate come questa e le sistema. Non ci sono stati rifiuti ad accogliere il ragazzo in un ambiente scolastico come quello di Lanciano», sostiene la Evangelista, «che vanta ottimi professionisti che ogni giorno lavorano per rendere la scuola pubblica sempre più inclusiva». L’ISCRIZIONE. Caso risolto sì, ma solo dopo un clamore nazionale che non ha precedenti. «Un caso nato per un corto circuito nelle modalità di comunicazione», è la dichiarazione di Verna «risolto positivamente con il bambino regolarmente iscritto alla scuola media del suo comprensivo». DE FILIPPO. Del caso Lanciano, oltre al Miur, si è occupato anche Vito De Filippo, sottosegretario all’Istruzione: «Si sarebbe trattato di un episodio di assoluta gravità», commenta, «innanzitutto perché la scuola dovrebbe essere il luogo più inclusivo della società. Inoltre perché l’Italia è un Paese che si è di recente dotato di un’avanzata legge in materia di autismo e, anche dal punto di vista dell’integrazione sociale di persone con disabilità, abbiamo una normativa all’avanguardia. Il verificarsi di episodi simili dimostra che c’è necessità di intervenire a livello sociale per promuovere una maggiore sensibilizzazione».

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