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Pescara, 25/11/2024
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Data: 22/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Bussi, il Tar boccia il ricorso. Ma Toto ne propone un altro. Continua la battaglia della Holding per l’annullamento del bando sulla bonifica. Azione fondata su nuovi motivi: copertura ottenuta distraendo fondi per Tremonti

ROMA In parte irricevibile, in parte inammissibile e in parte respinto. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio si è pronunciato lunedì scorso sul ricorso con il quale la Toto Holding Spa chiedeva l’annullamento della gara bandita nel dicembre 2015 per la bonifica di Bussi sul Tirino. E con cui lamentava, tra l’altro, che l’amministrazione competente avrebbe ignorato la sua istanza di attivare un intervento di bonifica e reindustrializzazione dell’intero sito. Privilegiando una soluzione parziale che, una volta esaurite le risorse disponibili, rischierebbe di vanificare il risanamento dell’area inquinata. Nonostante la sentenza sfavorevole, però, la vicenda non è ancora chiusa. Perché in attesa della decisione dei giudici romani, la società abruzzese ha presentato un ulteriore ricorso, con le stesse finalità del precedente ma fondato su nuovi e ulteriori motivi. Insomma, la partita resta aperta. In virtù della nuova azione giudiziaria dinanzi al Tar, notificata ieri, intrapresa contro il ministero dell’Ambiente, la presidenza del Consiglio, la Regione Abruzzo, il commissario delegato e, per quanto di competenza, il ministero dello Sviluppo economico. Ma quali sono, nel dettaglio, i motivi aggiunti sui quali si fonda il nuovo ricorso? Li fornisce, di fatto, il verbale della riunione urgente del 1° febbraio scorso tenuta al ministero dell’Ambiente. Nel quale si mette, in sostanza, nero su bianco, che i soldi per gli «interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree industriali di Bussi sul Tirino», oggetto della procedura di gara bandita nel dicembre 2015 (quella di cui la Toto Holding Spa chiede di nuovo l’annullamento, ndr) non bastano. A fronte di un «fabbisogno finanziario» pari a 45.655.238,69 euro, la «risorsa disponibile» ammonta a 44.755.338,008 euro. Quasi un milione in meno che spinge, si legge nello stesso verbale (citato anche nel nuovo ricorso), a richiedere «alla Regione la disponibilità ad integrare il fondo» attraverso «le risorse assegnate a valere sui fondi Fsc già destinati a Bussi (60 milioni di euro)». E la Regione cosa risponde? «In relazione alla necessità di addivenire alla copertura integrale dell’importo di gara», il dirigente incaricato «conferma l’esistenza del fondo Master Plan Abruzzo (60 milioni di euro) destinato agli interventi di bonifica del Sin (Sito di interesse nazionale, ndr) di Bussi». E, a tal proposito, «d’intesa con il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso e con il sottosegretario Mario Mazzocca, dichiara la piena disponibilità a garantire detta copertura, previa adozione degli atti consequenziali da parte della Regione Abruzzo». Ma, si legge nel ricorso notificato dai legali della Toto Holding Spa, il professor Vincenzo Fortunato e l’avvocato Sara Di Cunzolo, se da una parte la Regione ha «dichiarato di poter intervenire per la copertura del bando riguardante le sole aree esterne Solvay», dall’altra «la stessa Regione dimentica di riferire» che quei fondi «sono destinati e quindi destinabili ai soli interventi di bonifica della discarica Tremonti, come chiaramente indicato» nelle relative delibere. Insomma, concludono i legali della Toto, «nessun atto consequenziale - se non palesemente illegittimo, almeno del pari del verbale del 1° febbraio 2017 nella parte impugnata - potrebbe mai consentire una distrazione delle somme vincolate alla bonifica di una discarica precisamente individuata, quella di Tremonti che da troppi anni attende l’avvio dell’attività di bonifica». Ora la parola passa di nuovo al Tar.

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