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Data: 22/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Le donne mantengono 970 mila famiglie

ROMA Sono quasi un milione, 970.000 per la precisione: sono donne forti, che di fatto fanno da capofamiglia. Sono donne che portano sulle loro spalle tutto il peso economico del nucleo familiare. Potrebbe sembrare un'evoluzione dei tempi. La donna che sfonda il tetto di cristallo e l'uomo che fa il mammo. Ma nella stragrande maggioranza dei casi non è così. Queste donne magari nemmeno sanno chi erano le suffragette, conoscono poco della storia del femminismo e non hanno dimestichezza con le quote rosa. Non è una scelta, ma una necessità: il loro uomo ha perso il lavoro, è tecnicamente un esubero. E con la crisi che ancora morde non riesce a divincolarsi dalla trappola della disoccupazione. Loro, le donne, si accontentano di paghe più basse e di lavori più umili: domestiche, badanti, raccolta nei campi che ti sfiancano fisico e mente. Tutto, pur di portare qualche soldo a casa. Tutto, pur di riuscire a sfamare i propri figli. Di queste 970.000 donne unica fonte di reddito da lavoro familiare, ben 632.000 sono mamme. Non è un'evoluzione, quindi. Ma un'involuzione bella e buona. Sono la nuova frontiera del disagio in Italia. Concentrato - come dimostra anche questo dato Istat riferito al 2016 - soprattutto nel Sud.
Ma in fin dei conti e nonostante tutto, queste 970.000 donne, sono anche fortunate. Un lavoro loro ce l'hanno. A tempo pieno o part-time, come sottolinea l'Istat, ma ce l'hanno. Invece c'è un altro milione di famiglie, 1.085.000 per la precisione, dove non lavorano né lui, né lei. Tutti disoccupati. 448.000 sono coppie con figli, altri 222.000 sono nuclei monogenitori (di cui ben 192.000 sono retti da donne, +5% sul 2015). Caratteristica comune: per sbarcare il lunario fanno salti mortali e in tanti si appoggiano alle pensioni dei nonni, se ci sono. Agli ammortizzatori sociali. O a qualche rendita.
Rispetto al 2015, in realtà, il dato è in leggerissima diminuzione: allora erano 1.092.000 le famiglie senza redditi da lavoro. Ora quindi sono 7.000 in meno (-0,6%). Che è qualcosa certo, ma decisamente poco. Dice il deputato di MDP (nato dalla scissione nel Pd), Arturo Scotto: «Quando un milione di famiglie sono senza occupazione, soprattutto nel Sud, significa che siamo di fronte a un'emergenza democratica vera e propria. Questo è il dato che emerge dagli ultimi dati diffusi dall'Istat. E siamo di fronte anche al fallimento del tanto decantato jobs act. Qualcuno a palazzo Chigi dovrebbe chiedere scusa». Dà la colpa al governo (Renzi, ma anche Gentiloni) Forza Italia. Dice Renato Brunetta: «È una vera e propria emergenza economica e sociale, aggravata dal perdurare della crisi e dalla totale assenza di misure di sostegno socio-economico promosse dal governo, nonostante le promesse fatte sulla necessità di venire incontro alle fasce sociali più bisognose». Il Movimento Cinque Stelle rilancia l'idea di un reddito di cittadinanza.

SUD E FIGLI Le famiglie senza lavoro rappresentano il 4,2% delle oltre 25 milioni e settecentomila famiglie residenti in Italia, e il 6,6% di quelle presenti sul mercato del lavoro (sono 16 milioni e mezzo). È il Sud a pagare, come sempre, il prezzo più alto, con 587.000 famiglie senza reddito da lavoro nel 2016. Quasi tutte (409.000) hanno figli. In pratica il 7,1% delle famiglie del Sud con adulti in età tra 25 e 64 anni, è in emergenza. Nel Nord sono il 2,4%. È sempre più evidente, poi, il costo di una famiglia numerosa. All'aumentare della prole sale anche il tasso di disoccupazione (7,3% se c'è solo un figlio, 7,7% se due figli e 10% per tre o più). E quindi di povertà.
Analizzando il tasso di disoccupazione delle persone tra i 25 e i 64 anni e incastrando i dati con il loro ruolo in famiglia, si nota come i valori più alti si registrino per i mono-genitori (12%), stanno invece decisamente meglio i single (8,4%).

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