ROMA Sciopero confermato. Il tentativo del governo di scongiurare il blocco dei taxi previsto per oggi (manifestazioni dalle 8 alle 22 in tutta Italia e assemblea generale a Piazza Venezia, a Roma) è caduto nel vuoto. Al termine di una riunione fiume al ministero dei Trasporti (aperta dal ministro Delrio) i sindacati hanno confermato (con l'eccezione di Uritaxi) lo stato di agitazione bocciando di fatto la piattaforma del decreto, articolato in cinque punti, con il quale l'esecutivo Gentiloni punta ad «evitare pratiche di esercizio abusivo» nelle attività di noleggio con conducente e del servizio taxi. La base sembra comunque divisa, anche se i sindacati assicurano che il fronte resterà compatto.
»C'è un'apertura del governo a regolamentare le piattaforme tecnologiche che pagano le tasse in Italia» ha spiegato il viceministro Riccardo Nencini confermando le anticipazioni del Messaggero.
Ma proprio il riconoscimento esplicito di Uber, visto come il fumo negli occhi dai sindacati, surriscalda gli animi delle auto bianche. Una nota congiunta Ugl, Uil, Usb, Unica Cgil, Cisl fit, Fast Confsal e Federtaxi Cisal ha informato che «pur apprezzando gli sforzi dei ministeri» i sindacati «non ritengono sufficiente, al momento, il risultato raggiunto». Nel dettaglio il decreto attribuisce alle Regioni un ruolo importante per arginare il fenomeno dell'abusivismo, prevede un archivio web Ncc e taxi e affida alle Regioni la pianificazione dei servizi pubblici non di linea. Confermate le indiscrezioni dei giorni scorsi sugli Ncc. Senza prenotazione non potranno sostare su strada ma dovranno rientrare nell'autorimessa. «Nei Comuni in cui è istituito il servizio taxi non è consentita - si legge nel decreto - in assenza di una prenotazione di trasporto come disciplinata dal presente articolo, la sosta su strada dei veicoli adibiti a servizio da noleggio con conducente. Tali veicoli devono stazionare, in attesa di servizio, soltanto all'interno dell'autorimessa». Il rientro in rimessa non è previsto nel caso in cui gli Ncc abbiano un pacchetto di prenotazioni. Il governo ha aperto all'uso collettivo dei taxi, che peraltro non possono rifiutare le corse. «I Comuni o nel caso le città metropolitane spiega la bozza del Mit possono prevedere che i titolari di licenza per il servizio taxi svolgano servizi integrativi quali il taxi a uso collettivo o mediante altre forme di organizzazione del servizio». Inoltre, «non è consentito al servizio taxi rifiutare alcuna corsa che parte dal territorio comunale o comprensoriale, anche se richiesta tramite tecnologie a distanza, qualora abbia come destinazione lo stesso Comune o comprensorio».
IL REGISTRO DELLE APP I Comuni e le città metropolitane che hanno rilasciato le licenze «devono monitorare anche con sistemi di controllo a distanza il regolare svolgimento del servizio». Il prelevamento dell'utente o l'inizio del servizio di taxi deve avvenire all'interno dell'area comunale o della città metropolitana «salvo che non vi siano accordi tra i Comuni o le città. L'attesa dell'utente può avvenire negli orari dei turni di servizio in appositi posteggi individuati dal Comune per lo stazionamento durante la circolazione stradale». Arriva il registro delle app gestito dal Mit per identificare i soggetti titolari di licenza per l'esercizio del servizio taxi e le imprese titolari di autorizzazione per l'esercizio del servizio di Ncc. Inoltre, per favorire una più efficace organizzazione dei servizi, si legge nel decreto, «è consentito l'utilizzo di tecnologie di chiamata a distanza come, a titolo esemplificativo, radio taxi o sistemi equipollenti o applicazioni web aventi analoghe funzioni. Le tecnologie di chiamata a distanza - specifica la bozza del provvedimento - non sostituiscono il tassametro».