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Data: 24/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Dal dl terremoto risposte concrete per gli abruzzesi». Ok al decreto. Ora tocca al Senato. «Decreto migliorato ma resta insufficiente» Brucchi, Gatti e Sottanelli: c’è qualcosa in più rispetto al testo del governo però mancano i provvedimenti necessari per risollevare l’economia

ROMA Prima nel Teramano. Tra Castelli e Montorio, Civitella e Campli. Nei luoghi colpiti dal terremoto. Poi, nel pomeriggio, il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, farà tappa ad Avezzano e ad Ortona, per presentare la mozione congressuale a sostegno di Matteo Renzi in vista delle primarie del Partito democratico del prossimo 30 aprile. Arriva in Abruzzo all’indomani del via libera della Camera al decreto terremoto. Soddisfatto? «Non pretendiamo di affermare che tutti i problemi siano stati risolti. I disagi per le famiglie e le imprese sono ancora tanti, ma credo che questo decreto vada incontro ad una serie di istanze che gli stessi sindaci abruzzesi dei comuni colpiti hanno sollevato». Per esempio? «Innanzitutto l’allargamento del cratere sismico ad altri 9 comuni abruzzesi; la sospensione degli adempimenti burocratici e tributari; le misure a sostegno dell’economia e al reddito delle piccole e medie imprese e dei professionisti; i finanziamenti a tasso agevolati e a tasso zero. E, in particolare su Teramo, grazie all’impegno del collega Tommaso Ginoble, misure a sostegno dell’università». Terremoti, maltempo, valaghe. Ad ogni evento calamitoso seguono leggi d’emergenza. Ma come prevenire anziché, di volta in volta, curare? «L’Italia è un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico e destinato a convivere con eventi sismici. Il governo, con il progetto Casa Italia, ha stanziato molte risorse per mettere in sicurezza il territorio. Molto è stato fatto ma si tratta, ovviamente, di investimenti che daranno risultati nel medio-lungo termine». In Abruzzo sosterrà la candidatura alle primarie di Renzi in un momento non facile per il Pd, ancora alle prese con gli effetti della scissione... «La nostra forza è che siamo un partito democratico, con una leadership contendibile. Cosa succederebbe se, al termine delle primarie, ci fosse qualcuno che dicesse: “No, questo risultato non mi piace, ha vinto il secondo e non il primo”. E’ quello che succede nel M5S, non nel Pd». Eppure il M5S avanza. Gli ultimi sondaggi lo danno 5 punti avanti al Pd... «I sondaggi ci danno sempre morenti. Accadde anche prima delle Europee, ma poi sappiamo come andata a finire: superammo la soglia del 40%». Pagate scelte non gradite alla vostra base, come il salvataggio del senatore Minzolini dalla decadenza? «In politica non ci sono scelte prive di effetti sull’elettorato. Sia quando si vota un provvedimento contro la povertà sia quando, invece, si decide della sorte di un parlamentare. Al riguardo ricordo che il Pd è lo stesso partito che ha fatto arrestare un suo deputato - mi riferisco a Genovese - perché riteneva che ce ne fossero i presupposti». Se fosse un senatore anziché un deputato, come avrebbe votato sulla decadenza di Minzolini? «Avrei votato a favore, come ha fatto il capogruppo Luigi Zanda». Resta ancora da sciogliere il nodo della legge elettorale: con il sistema partorito dalla Consulta nessuno avrebbe la maggiornaza per govenare. Come se ne esce? «L’unico sistema che può assicurare una maggioranza autosufficiente è il doppio turno. Ciò detto, la nostra proposta, approvata all’unanimità all’assemblea del Pd, per riformare la legge elettorale è il ritorno al mattarellum. E penso che ci siano le condizioni per un’intesa in questa direzione». Legge elettorale a parte, resta aperto il capitolo alleanze. Bersani ribadisce la disponibilità a discutere un ipotetico accordo con il M5S. E il Pd? «Noi il confronto lo facciamo con tutti. Ma chi chiedo come si possa dialogare e allearsi con un Movimento 5 Stelle anti-europeista, contro l’euro e che non prende posizione sui diritti ».

Ok al decreto. Ora tocca al Senato

Il decreto legge sul terremoto è stato approvato dalla Camera con 201 voti a favore, 16 contrari e 56 astenuti, e ora passa al Senato. L'Aula ha apportato non poche modifiche all'assetto del provvedimento. Ad esempio, non saranno più gli Uffici speciali per la ricostruzione ad occuparsi di pianificazione urbanistica, compito che viene trasferito ai Comuni. Sotto il profilo più economico invece un emendamento di Forza Italia consente alle imprese operanti nel cratere di poter delocalizzare le proprie attività anche nella provincia limitrofa, pure se collocata in una regione diversa. L'Aula di Montecitorio ha anche approvato un richiesta del governo per la realizzazione del progetto “Casa Italia”, per il quale viene istituito un dipartimento apposito presso la presidenza del Consiglio. Il testo conferisce ai comuni, alle province interessate e anche alle unioni di comuni e alle unioni montane la possibilità di predisporre progetti per la ricostruzione al Commissario. Sul capitolo delle strutture di emergenza le quattro regioni interessate sono autorizzate a procedere all'affidamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria utilizzando la procedura negoziata. Per le opere di urbanizzazione nel settore zootecnico le regioni possono anticipare fino al 30% del contributo ad ogni singolo operatore danneggiato.

«Decreto migliorato ma resta insufficiente» Brucchi, Gatti e Sottanelli: c’è qualcosa in più rispetto al testo del governo però mancano i provvedimenti necessari per risollevare l’economia

TERAMO Meglio della versione di partenza, ma comunque insoddisfacente. Il varo alla Camera del decreto sull'emergenza lascia l'amaro in bocca agli amministratori teramani. Le modifiche apportate al testo al termine del lungo confronto in aula, culminato nel pomeriggio di ieri nel voto finale del provvedimento, rafforzeranno le misure a sostegno di famiglie e imprese senza però imprimere quella svolta che era stata sollecitata a gran voce anche con la manifestazione a Roma del 2 marzo. BRUCCHI. «Resto insoddisfatto», premette il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, «bisogna fare di più e per questo valuteremo ulteriori iniziative per far valere le ragioni di un territorio lacerato e depresso da terremoto e maltempo. Il testo licenziato dal governo non dava alcuna risposta», fa notare il primo cittadino, «la Camera l'ha migliorato, ma si poteva e si doveva aggiungere altro». Il riferimento è in particolare all'ampliamento solo parziale dell'area del cratere, da cui sono rimasti esclusi Basciano e Penna Sant'Andrea, e l'estensione degli sgravi fiscali e contributivi a tutta la popolazione del capoluogo, non limitandoli solo agli sfollati e a chi ha subìto danni. «Sono state inserite risorse in più ma che risultano insufficienti», fa rilevare Brucchi, «anche se il governo si è impegnato a rimpinguare i fondi». GATTI. Lo stesso tipo di valutazione arriva dal consigliere regionale Paolo Gatti che è stato tra i promotori della manifestazione romana di inizio marzo. «Anche grazie a quell'iniziativa, frutto del lavoro di tanti e della partecipazione popolare», afferma, «nel decreto è comparsa qualche luce rispetto al nulla iniziale». Il riconoscimento del danno indiretto, la destinazione dell'8 per mille e l'inserimento di altri cinque comuni nel cratere sono i risultati migliori. «Qualcosa c'è, l'appostazione finanziaria di partenza non è grandiosa», spiega, «ma si potranno trovare ulteriori risorse». Va malissimo, secondo Gatti, per i comuni esclusi dal cratere «che pure meritavano di esserci» e per quelli «bombardati dalla nevicata a cui non è stato riconosciuto nulla». Il decreto, insomma, «resta uno strumento molto debole se paragonato a quello per L'Aquila, ma ora qualche risposta la dà». Merito anche della grande mobilitazione di venti giorni fa e della pressione esercitata sul governo in cui, però, secondo Gatti è mancata la Regione. «Distratta, assente e in qualche caso oppositiva», la definisce l’esponente di Forza Italia, «pensa un po' cosa avremmo potuto ottenere di più se fosse stata al nostro fianco». DI SABATINO. Meno drastico è il giudizio sul decreto del presidente della Provincia Renzo Di Sabatino. «Alcune cose positive sono state inserite», fa notare, «verificheremo l'impatto complessivo delle misure sul territorio». Il presidente approfondirà l'esame del testo. «Nelle pieghe del decreto si possono trovare elementi positivi o negativi», conclude, «voglio capire ad esempio quanto durerà la sospensione delle tasse». I PARLAMENTARI. A sottolineare gli aspetti positivi del provvedimento sono i parlamentari teramani. «Si poteva fare e chiedere di più», fa sapere Paolo Tancredi (Area popolare), «ma è innegabile che il testo approvato rappresenti un passo in avanti importante». Il deputato si sofferma in particolare sul risarcimento al 100% dei danni su prime e seconde case sia dentro che fuori dal cratere spiegando che si tratta di una misura adottata per la prima volta in Italia, così come quella per il riconoscimento del danno indiretto alle aziende. «Importantissimi sono, inoltre, l'equiparazione all'interno del cratere tra i danni provocati dal sisma e quelli dell'emergenza neve», osserva il parlamentare, «e i contratti di sviluppo tra cui quello per realizzare la Casa dello studente a Teramo». Anche Giulio Sottanelli (Scelta civica) si sofferma sugli elementi migliorativi del decreto. «Abbiamo dato risposta a molte delle istanze», spiega, «arrivate dal territorio abruzzese e in particolare dalla provincia di Teramo». Il deputato cita in particolare la proroga dal 31 marzo al 21 aprile del termine per presentare le domande di rottamazione delle cartelle esattoriali. «Solo un primo passo è stato fatto invece sul fronte del sostegno all'economia locale», conclude, «attendiamo misure come la zona franca o la zona economica speciale che il governo ha annunciato».


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