L’Ance Abruzzo rinnova grave preoccupazione per il processo di riorganizzazione dell’ANAS secondo il quale il Compartimento dell’Abruzzo è stato inserito nella macro area Abruzzo Molise Puglia, con sede della struttura tecnica ed amministrativa a Bari. Questa impostazione favorisce un impoverimento del Compartimento Abruzzo in termini di risorse, umane ed economiche disponibilità ed autonomia anche a scapito di una presenza sul territorio che implica, tra l’altro, controllo e responsabilità diretta e la cui importanza la si apprezza, purtroppo, solo nelle situazioni di emergenza. L’Anas Abruzzo è stata determinante per evitare il collasso della Regione a causa delle recenti emergenze, sismiche e meteorologiche, e ci si chiede per quanto tempo ancora continuerà a mantenere la stessa capacità di intervento. E’ necessario considerare il fatto che più aumenta la distanza con i luoghi di riferimento tanto minore è l’efficacia degli interventi, in particolare di quelli relativi alla gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale la cui percorribilità, in sicurezza, è indice di civiltà. La più grande stazione appaltante del Paese, invece, si distacca dai territori anche in termini di minore incidenza rispetto all’economia ed all’occupazione locale a fronte di non meglio precisati e misurabili obiettivi del piano industriale.
Tutto questo, inoltre, senza pesare il fatto che l’Abruzzo sta affrontando un percorso di ricostruzione – sempre più drammatico a causa degli eventi sismici e meteorologici – che richiede maggiore concentrazione e coordinamento di forze e non certo abbandono da parte degli interlocutori o, ancora peggio, presenza solo formale, come sta avvenendo nel caso dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, che esiste solo sulla carta.
“Ci si unisce all’appello delle istituzioni locali ed alle interrogazioni degli onorevoli parlamentari – precisa Di Eleuterio – per chiedere che il coordinamento delle sedi Anas per Abruzzo, Molise e Puglia resti nel capoluogo regionale e, nel frattempo, si preveda una deroga che consenta, almeno transitoriamente, al Capo Compartimento ANAS di intervenire direttamente, in somma urgenza, sulla viabilità di competenza senza alcun limite di spesa. Non si chiede di tornare alle case cantoniere ma non è possibile assistere in silenzio a processi degenerativi mascherati da modernizzazione.”