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Pescara, 24/11/2024
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27/03/2017
Il Centro
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«Dovete salvare le finanze dei Comuni». I sindaci di Teramo, Ascoli, Macerata e Spoleto chiedono una deroga al patto di stabilità e ristori per tasse non incassate |
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TERAMO «Decreto sisma: il testo approvato dalla Camera è lacunoso e rischia di portare al dissesto i comuni del cratere». È con queste parole che comincia quello che viene definito «un appello al buon senso dei senatori» reso pubblico ieri da Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo; Guido Castelli, sindaco di Ascoli; Romano Carancini, sindaco di Macerata, e Fabrizio Cardarelli, sindaco di Spoleto. Questo il testo della nota. «Siamo profondamente insoddisfatti del testo del Decreto Sisma Ter approvato dalla Camera in sede di conversione. Sono stati respinti, infatti, tutti gli emendamenti provenienti dall'Anci, e comunque sollecitati dagli enti locali, volti a sostenere i comuni del cratere sotto il profilo dei vincoli di finanza pubblica. Alludiamo a modifiche e integrazioni indispensabili affinchè i sindaci possano svolgere quel ruolo attivo che, pure, il decreto per altri versi dichiara di voler stimolare. I comuni possono e devono essere gli agenti pubblici protagonisti del complesso processo di ricostruzione e, dopo tante incertezze, le Autorità nazionali sembrano aver finalmente accettato questo elementare principio. Ciò potrà accadere, tuttavia, solo se i comuni del cratere - già severamente debilitati da sei anni di tagli selvaggi - verranno preservati dai rischi di un dissesto finanziario causato dalle implicazioni finanziarie del sisma. Per questo motivo avevamo chiesto al Governo e alla Camera dei deputati che fosse garantito ai comuni del cratere la deroga all'obbligo del parere di bilancio (ex patto di stabilità) per il triennio 2017/2019. Un intervento assolutamente necessario e che, di fatto, ove non introdotto potrebbe determinare effetti paradossali come l'impossibilità tecnica per i Sindaci di spendere i soldi ricevuti per effetto di donazioni. Avevamo altresì evidenziato l'esigenza non negoziabile di prevedere, anche per il 2017, un congruo e realistico effetto compensativo a fronte dello slittamento rateale del pagamento dei tributi comunali dell'anno in corso. Senza queste elementari integrazioni normative, tra l'altro, i comuni soffriranno enormi problemi in termini di equilibri di cassa anche alla luce della necessità di anticipare risorse per il pagamento degli interventi in somma urgenza susseguitisi negli ultimi mesi. Da ultimo avevamo richiesto specifici interventi normativi che prevedessero il ristoro integrale, o quantomeno parametrizzato, anche del minore gettito della tassa sui rifiuti. Ad oggi è previsto, senza che peraltro siano noti tempi e modalità, il ristoro del mancato gettito Imu per gli immobili inagibili. Stesso meccanismo dovrebbe essere previsto per la Tari perché i contratti in essere di raccolta e smaltimento dei rifiuti non subiscono riduzioni nella prestazione del servizio proporzionale rispetto a quanto, per effetto delle ordinanze di sgombero, i contribuenti chiedono la cancellazione del tributo. A fronte di queste richieste la Camera dei deputati ha preferito glissare e far finta di niente. Ora la palla passa al Senato: tocca a Palazzo Madama scegliere se devastare la capacità operativa dei comuni e dei territori vittime della più grave crisi sismica che l'Italia abbia mai ricordato dal 1703 ad oggi oppure consentirci di aiutare la nostra gente. Chiederemo al presidente dell'Anci De Caro di sostenere con determinazione questa nostra battaglia, che è la battaglia di tutti. Se qualcuno vuole davvero aiutare le popolazioni dell'Appennino colpite dal sisma è ora di dimostrarlo». La battaglia dei sindaci, insomma, continua, anche se le possibilità di ulteriori modifiche del decreto sembrano scarse.
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