CHIETI Il sindaco Umberto Di Primio si trova di fronte a un bivio. Anzi a un doppio bivio. Domani all’Aquila il giudice Giuseppe Romano Gargarella deciderà se rinviarlo a giudizio per corruzione oppure proscioglierlo. L’altro nodo da sciogliere è invece politico perché Di Primio è rimasto senza un partito dopo essersi dimesso dal Nuovo Centrodestra che peraltro non esiste più. Il futuro del sindaco è legato a quello della città. Nell’intervista rilasciata al Centro, il primo cittadino spiega come si difenderà davanti al gip e quale partito lo accoglierà. Oppure, come rivela lo stesso Di Primio, se tornerà a fare l’avvocato dando l’addio alla politica. Tutte le strade sono aperte e, in qualche modo, dipendono dal verdetto di domani. Sindaco Umberto Di Primio che cosa accadrà all’Aquila tra 24 ore? «Chiederò al giudice di rendere dichiarazioni spontanee, e finalmente potrò dire la mia su una vicenda che, se letta soltanto con gli stralci delle intercettazioni, può sembrare cosa diversa da quella che è stata realmente. Io non devo rinnegare nulla perché ritengo di non aver fatto niente che andasse oltre la legge. Sono certo di non averla violata. Non devo rinnegare nulla anche perché ho letto le dichiarazioni di chi sarebbe stato pressato da me, per ottenere certe cose, ma emerge che io, nella quasi totalità dei procedimenti amministrativi, non sono presente. Informarsi senza dire alcunché e senza fare pressioni, senza nemmeno commentare, su un procedimento amministrativo che poteva portare 700 posti di lavoro a Chieti, quindi nuova ricchezza, e che non era un centro commerciale perché avevo fatto cambiare quella idea di mero commercio, credo sia obbligatorio per un sindaco che, ogni giorno, riceve gente che non ha un lavoro». Allora come si difenderà di fronte alle prove documentali, le intercettazioni ambientali nell’auto dell’imprenditore Enzo Perilli, ed i documenti, i permessi, le concessioni? «Per quanto riguarda le intercettazioni chi le legge vedrà che io non ho mai detto nulla, mai chiesto nulla, mai accettato nulla. Non c’è mai stata una reale offerta. Di gente che ti dice ti aiuto in campagna elettorale ce n'è tanta, ma poi di fatto le campagne elettorali me le sono sempre pagate da solo. Quindi non è questo il problema. È sui documenti che baserò principalmente la richiesta di attenzione nei confronti della mia posizione processuale. Perché da tutti i documenti non emerge alcun intervento da parte mia. Anche tra quelli rilasciati dal Suap (sportello unico delle attività produttive, ndr). E laddove invece si profila un interagire io presenterò domani delle lettere da dove emerge l'esatto contrario. Persino le intercettazioni mi danno ragione quando Michele Colistro (ex segretario dell’Autorità di bacino, ndr) dice “questo è un c... perché non fa niente e non farà mai niente”. Mi si accusa di quello che non ho mai fatto». Passiamo alla politica. Ncd non esiste più. Di Primio vede il suo futuro in un altro partito? «Scelsi Ncd, dopo lo scioglimento del Pdl, perché mi sembrava essere il partito che meglio di altri interpretava la mia visione della politica e dell’amministrazione. E anche perché c'erano persone alle quali oggettivamente ancora oggi riconosco qualità umane e politiche che ho apprezzato pur avendo divergenze con loro. Ma quell’esperienza è finita perché non ci sono più persone decise a salvare l'Italia da Grillo, non c'è più da fare le riforme, che non sono state fatte, e non esiste più il governo Renzi. Per di più non so come chiamare questo neomoderatismo, ma non mi riconosco assolutamente nella indecisione del nuovo soggetto politico perché non posso essere buono con il centrodestra e al tempo stesso con il centrosinistra. Non è il mio obiettivo andare a caccia di un partito ma sto cercando di capire se c'è ancora la possibilità di fare qualcosa nel centrodestra. Se domani mattina dovessi decidere di candidarmi alla Camera dovrei dimettermi sei mesi prima dalla carica di sindaco e mettermi a fare la questua tra i partiti. Ma io non sono legato alla poltrona. Il mio obiettivo è vedere se c'è ancora la condizione perché io possa fare politica con un gruppo oppure se questa condizione non esiste più». E se questa condizione non esistesse più che decisione prenderà? «Ho sempre quella benedetta strada che si chiama studio legale, che non ho abbandonato per tutti questi anni. Se io mi fossi ritrovato scoperto dallo studio oggi sarei stato davvero costretto ad andare da qualcuno per chiedergli il favore di candidarmi. Ma è una cosa che non farò mai nella vita. Attenzione però: in questo momento ho contatti con i partiti, con tutti i partiti. Perché tutti i partiti vorrebbero avere tra le loro fila il sindaco di Chieti».