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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos neve-sisma passato. I sindacati lanciano la Vertenza Abruzzo

PESCARA Il timore dei sindacati è adesso che l'emergenza neve-terremoto possa essere diventata un elemento di distrazione di massa, oltre che di distruzione del territorio. Tutti i tavoli avviati con la Regione: dal Patto per lo sviluppo alla Carta di Pescara, a Industria 0.4, al Masterplan, con lo scopo di rilanciare un'economia ancora debole, si sono arenati nel mese di gennaio e non sono più ripartiti. Così, ieri, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato la vertenza Abruzzo, aprendo una fase di confronto «che sarà anche di mobilitazione», ha avvertito il segretario regionale della Uil, Michele Lombardo. Per i sindacati si apre una nuova frase che dovrà legare lo sforzo di uscita dall'emergenza con quello per la ripresa economica e occupazionale.
La piattaforma è riassunta in 10 punti sui quali si è soffermato il segretario generale della Cgil, Sandro Del Fattore, sottolineando come le ultime calamità abbiano contribuito ad accentuare la distanza fra i territori: «Il mix terremoto-maltempo ha colpito soprattutto le zone interne che già soffrivano per gli effetti della crisi e ora sono a rischio di spopolamento». Il sindacalista ha indicato tra le misure urgenti da mettere in campo la proroga degli ammortizzatori in deroga per tutti i territori colpiti dal sisma, un programma di messa in sicurezza del territorio, l'accelerazione sul Patto per lo sviluppo e su tutte le altre misure a sostegno del sistema produttivo. Ha ricordato i nodi legati all'area di crisi complessa della Val Vibrata e le penalizzazioni subite, soprattutto dalle zone interne, a causa dei tagli al trasporto pubblico locale, al welfare, alla sanità.
FORTE PREOCCUPAZIONE
«Forte preoccupazione» è stata espressa anche dal segretario generale della Cisl Abruzzo, Maurizio Spina: «Nel 2016 la crescita è stata molto lenta. Sisma e maltempo hanno poi cambiato lo scenario rispetto a tutti gli interventi programmati. Bisogna fare uno sforzo - ha aggiunto Spina - per evitare di agire su due tempi». Dunque, riprendere il filo delle misure ordinarie destinate al superamento della crisi e di quelle adottate per far fronte alle ultime calamità naturali. Anche secondo il segretario della Cisl «lo squilibrio tra aree interne e costiere potrebbe aumentare nei prossimi anni. Università come quelle di Teramo e L'Aquila rischiano di essere penalizzate dalla fuga degli studenti». Dunque, quello che si chiede alla Regione e alle altre istituzioni locali è di avviare una politica che vada «oltre l'emergenza». Tra le richieste dei sindacati c'è quella di discutere con il governo la possibilità di rinegoziare il deficit della Regione, senza dimenticare che l'Abruzzo «è nuovamente piombato nell'emergenza a causa delle micidiali devastazioni causate da maltempo e terremoto». E questo, secondo l'analisi dei sindacati, pone un serio problema di prospettiva rispetto a uno sviluppo equilibrato del territorio: «La vulnerabilità di alcune zone, dovuta anche a fenomeni di dissesto idrogeologico, rischia di affievolire i tenui segnali di ripresa e di tenuta manifestati nel 2016».
Cgi, Cisl e Uil invitano poi a non allentare la presa sul ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020 e ad allargare il confronto con il governo, oltre che sull'emergenza, anche sui temi dello sviluppo. Altrettanto importante, a detta dei sindacati, è concordare con il Ministero della Coesione territoriale un piano di rafforzamento amministrativo per consentire alla Regione di operare al meglio.

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