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Data: 29/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
I cinquecento euro che dividono l'Abruzzo dal nord

CHIETI Gli abruzzesi spendono meno e tagliano drasticamente i consumi superflui: vacanze, automobili e persino il cinema. L'ultima indagine Cresa, condotta tra febbraio 2014 e marzo 2015 su un campione di 837 famiglie, offre uno spaccato a tinte fosche. La spesa media mensile familiare, che si attesta su 2.049 euro, è scesa del 10,5% rispetto al 2010: è un dato preoccupante, considerando che la media italiana è di 2.488 euro. Gli abruzzesi utilizzano più del 70% del loro budget (quota superiore di oltre cinque punti alla media nazionale) per l'abitazione, gli alimenti, le bevande alcoliche e i trasporti. In linea con la tradizione dell'Italia meridionale, da un lato si tende a impiegare le risorse per la casa e, dall'altro, a risparmiare su voci come l'abbigliamento e il tempo libero. Al tempo stesso l'incremento della spesa per i carburanti, letto insieme al debole calo dei costi per i cellulari, raccontano di «una società che ha assunto uno stile di vita fatto anche di consumi superflui, ai quali non vuole rinunciare».
«L'indagine ha fotografato la crisi che tutti conosciamo e che le imprese hanno già vissuto sulla loro pelle - spiega Roberto Di Vincenzo, presidente della Camera di commercio di Chieti e del Cresa -. Fortunatamente siamo già in una fase di inversione di tendenza: il peggio è passato, ma bisogna pensare a un nuovo tipo di commercio». Di Vincenzo vede un po' di luce in fondo al tunnel: «Gli abruzzesi hanno deciso di investire sul futuro, come dimostra l'aumento della spese per l'istruzione». Come spiegano la direttrice Cresa, Fausta Emilia Clementi, e la ricercatrice Matilde Fiocco, le famiglie con a capo uno straniero spendono il 41 per cento in meno di quelle che lo hanno abruzzese: il divario è tanto maggiore quanto è più superfluo il genere di consumo. Una curiosità: gli stranieri spendono assai più degli abruzzesi per i tabacchi (28 euro contro 21) e assai meno per gli alcolici (11 euro contro 18).

NUCLEI SEMPRE PIU' FRAGILI Quanto alla composizione delle famiglie abruzzesi, aumentano quelle monoparentali (11%), quasi sempre formate da madri con figli: «Sono spesso i nuclei più fragili - precisano dal Cresa - in cui, al disagio conseguente alla morte di un genitore, alla fine di un matrimonio o al crescere figli da single, si aggiunge la difficoltà a conciliare tempi di cura e di lavoro: per fronteggiare gli ostacoli quotidiani, più spesso vedono la presenza di tre generazioni, in cui i nonni, prevalentemente pensionati, sono portatori di reddito e di aiuto nelle attività domestiche e di cura dei figli».
Insomma: la famiglia tradizionale, cioè quella formata da una coppia con o senza figli, resta assolutamente prevalente, «anche se mostra al suo interno segni di cambiamento, come un numero crescente di coppie non sposate e la diminuzione del numero medio di figli». L'amministratore delegato di Conad, Antonio Di Ferdinando, ha parlato delle abitudini di acquisito. Il 63% delle famiglie fa la spesa nei punti vendita della grande distribuzione e nel 93% dei casi lo scontrino è inferiore ai 100 euro. Ma gli abruzzesi stanno modificando radicalmente il loro approccio agli acquisti: aumentano quelli online, negli hard discount, direttamente dai produttori e nei mercati ambulanti.

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