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Pescara, 24/07/2024
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Data: 31/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fusione Ama-Tua, le accuse dei sindacati

«Per tre volte la Regione ha provato a riunire gli attori per la fusione di Ama nell’azienda regionale di trasporti Tua. Purtroppo i confronti sono saltati ma non per colpa della Regione ». Lo affermano le segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal, insieme alle Rsa aziendali di Ama (azienda mobilità aquilana). I sindacati si domandano se qualcuno in città abbia cambiata opinione: «Abbiamo il diritto di saperlo. Lo devono sapere gli utenti e i lavoratori. Si immaginano altre soluzioni tese ad evitare il declino dell’azienda e la sua scomparsa nel percorso di affidamento dei servizi tramite gara? ». Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa- Cisal, insieme alle Rsa aziendali di Ama, chiamano con il nome di frenatori chi rallenta l’ingresso di Ama in Tua, «perché con loro vogliamo confrontarci e conoscere le loro ragioni ». Poi i sindacati criticano l’Ama: «Oggi siamo costretti a misurarci con piccole miserie quotidiane di un’azienda che non riesce ad affrontare temi di ordinaria organizzazione del lavoro, di gestione dei servizi tale da incrementarne l’attrattiva e con unico obiettivo di far tornare i conti procedendo a ulteriori tagli degli stessi servizi, Non vogliamo assistere all’ennesima occasione perduta». Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa- Cisal, insieme alle Rsa aziendali di Ama, nel chiedere di velocizzare la fusione con Tua, commentano che la partecipata del Comune non può continuare a vivacchiare: i lavoratori da tempo hanno compreso che il loro futuro e quello del servizio alla cittadinanza dipendono dall’aggregazione con l’Azienda di trasporto regionale. «L’ingresso in Tua - concludono i sindacati - è necessario per varie ragioni, a iniziare dalle scadenze imminenti e che vedono i servizi affidati a gara nel 2019. È necessario per recuperare capacità di investimento in materiale rotabile, oggi inesistente. Bisogna mettere insieme sullo stesso territorio i due vettori principali».

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