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Pescara, 24/11/2024
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Data: 31/03/2017
Testata giornalistica: News-town
Fusione di Ama in Tua, i sindacati insistono: "Non vogliamo essere complici di tanto spreco". Insistono i sindacati: "Ora più che mai bisogna far presto".

L’azienda AMA SPA dell’Aquila non può continuare a vivacchiare, ribadiscono; "Non può continuare a far pagare ai cittadini ed ai lavoratori i limiti della propria asfittica ed inappropriata struttura aziendale. I lavoratori hanno da tempo compreso che il loro futuro e quello del servizio che rendono alla cittadinanza dipendono dalla fusione nell’azienda regionale TUA".

La fusione è necessaria per varie ragioni, spiegano le segreterie provinciali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL, FAISA-CISAL, "ad iniziare dalle scadenze oramai imminenti e che vedono i servizi affidati a gara nel 2019, per recuperare capacità di investimento in materiale rotabile, oggi inesistente, per creare economie di scala minime, per mettere insieme sullo stesso territorio i due vettori principali e recuperare in efficienza e qualità dei servizi ed infine è necessario per eliminare costi impropri. Insomma non vi è altra via".

Tale percorso sembrava condiviso dalla stessa proprietà: "Oggi però siamo costretti a denunciare un atteggiamento che non comprendiamo e che non condividiamo. Per tre volte infatti la Regione Abruzzo ha provato a mettere al tavolo gli attori di tale processo e per tre volte il confronto è saltato per colpe non imputabili alla Regione Abruzzo. Si è forse cambiata opinione? Abbiamo il diritto di saperlo. Ne hanno diritto gli utenti, sempre meno del servizio, e ne hanno diritto i lavoratori. Si immaginano altre soluzioni tese ad evitare il declino dell’azienda e la sua scomparsa nel percorso di affidamento dei servizi tramite gara?".

E’ necessaria chiarezza. "Chi sono i 'frenatori' di questo processo più volte annunciato?", si chiedono ancora i sindacati. "Vorremmo con loro confrontarci, conoscere le loro ragioni pronti anche ad essere convinti che si stia percorrendo una strada ragionevole. Oggi non ci appare tale. Oggi siamo costretti a misurarci con piccole miserie quotidiane di un’azienda che non riesce ad affrontare temi di ordinaria organizzazione del lavoro, di gestione dei servizi tale da incrementarne l’attrattiva e con unico obiettivo di far tornare i conti magari procedendo ad ulteriori tagli degli stessi servizi. Noi non vogliamo essere complici di tanto spreco. Non vogliamo assistere all’ennesima occasione perduta e sacrificata ad interessi altri rispetto a quelli collettivi".

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